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“Chiudete le valigie amici, andiamo a Roma!”, potremmo dire parafrasando il Fabio Caressa del 2006. Missione compiuta per la Fiorentina, che in una serata in cui contava solo il passaggio del turno si è limitata a domare la Cremonese, forse anche consapevole di qualche energia che comincia a scarseggiare. Gli strascichi delle ultime due prestazioni non eccezionali potevano condizionare, invece la squadra di Italiano si è dimostrata matura e solida nel soffocare sul nascere qualunque barlume di speranza degli avversari.

A guidare i viola adesso dovrà essere la consapevolezza, di non essere invincibili ma anche di non essere arrivati qui per caso. Le forze andranno pian piano ritrovate, così come quei meccanismi nella manovra offensiva che hanno caratterizzato gli ultimi due mesi esaltando Cabral e in generale l’intera squadra. Fondamentale sarà arrivare alla doppia sfida col Basilea e alla finale di Coppa Italia al massimo della condizione, possibilmente recuperando due giocatori fondamentali come Brekalo e Bonaventura.

Intanto a trascinare la Fiorentina ci pensa gente come Dodò, indiavolato contro la Cremonese e capace di infiammare il pubblico sia con le giocate con la mimica. Un atteggiamento che deve ergersi a emblema di ciò che serve adesso: un’unione totale tra giocatori e tifosi, una sola grande squadra per provare a fare l’impresa. Piedi per terra, tanto lavoro e un ultimo sforzo per sopperire anche a ciò che in questa rosa obiettivamente manca. Tutti insieme, per superare i propri limiti e trasformare in realtà il sogno di Firenze.

Nessun gol al 'Franchi' tra la Fiorentina e la Cremonese e i viola approdano in finale di Coppa Italia!
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