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Dario Nardella, Matteo Salvini, Danilo Toninelli, tre figure politiche, tre personaggi, tre esponenti di tre partiti (e anche tre interessi) molto diversi l'uno dall'altro. Un solo scopo per tutti: conquistare Firenze. Il capoluogo della Toscana sarà una delle città più importanti e probabilmente anche la più ricca di simboli in palio nella prossima tornata elettorale, quindi abituiamoci d'ora in avanti a leggere dichiarazioni su dichiarazioni che abbiano lo stesso identico scopo: convincere gli elettori su chi far diventare il prossimo sindaco della città.

Una partita importante, anzi fondamentale, la si gioca anche intorno alla Fiorentina e al nuovo stadio. Si parte con Peretola, ma si finisce lì. C'è chi vuole che tutto questo processo, per ovvie ragioni, non si fermi, ovvero Nardella, colui il quale si gioca la faccia più di tutti. C'è chi vuole mettere il proprio imprimatur sulla realizzazione del nuovo aeroporto e della nuova area dedicata ai viola, come Salvini. C'è invece chi non vuole assolutamente che si faccia l'aeroporto e che Firenze ripensi il proprio futuro come il ministro delle infrastrutture Toninelli. Ognuno gioca la propria gara, con le proprie carte e con le proprie convinzioni.

La Fiorentina, intesa come società, guarda, osserva, aspetta gli eventi, aspetta di vedere come andrà a finire questa singolar tenzone terminata la quale però tutti si aspettano che dia un'accelerazione, almeno per quello che è di propria spettanza, verso la realizzazione dello stadio dei sogni, che soppianti una volta per tutte il caro vecchio Franchi.

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