De Sinopoli a FN: “In Italia tempi biblici per costruire certe opere, ma i tifosi non vogliono stare tre anni lontano dal Franchi. Perché a Firenze non si può fare come a Udine e Bergamo?"
Per la seconda parte di intervista con Federico De Sinopoli, presidente dell’ATF, abbiamo discusso dell’annosa vicenda del restyling dell’Artemio Franchi, con tutto ciò che può comportare per i tifosi della Fiorentina. Una telenovela che ancora sembra non avere una soluzione ben definita, ma soprattutto che lascia perplessi i tanti abbonati della Viola:
“Più che si va avanti con i tempi e più che i costi si alzeranno, oltre quindi ai 55 milioni. Sposo quello che ha detto il direttore generale della Fiorentina, al Padovani al momento non c’è niente e la soluzione migliore sarebbe rimanere a giocare al Franchi. Come accadde anche con la parziale ristrutturazione nel 1989 per i Mondiali in Italia. I tifosi non hanno voglia di stare tre anni lontano da Firenze, visti anche i possibili impegni europei”.
“E il Padovani?”
E la soluzione temporanea del Padovani? “È già stato perso del tempo sullo stadio, con il Padovani che avrebbe già dovuto avere i primi interventi, ma in Italia ci vogliono tempi biblici per costruire certe opere. L’ATF chiede da tempo di rimanere a giocare a Firenze, anche in un campo provvisorio, che al momento però non esiste. E fra sette mesi inizia la nuova stagione...”.
Le alternative
Quali alternative ci sarebbero? “Ai tifosi andrebbe bene anche stare in un Franchi dove solo Maratona e Ferrovia sono aperte, perché comunque garantirebbero numeri adeguati. Perché a Firenze non si può fare come a Udine e Bergamo? Sarebbe la cosa più semplice, anche se può allungare i tempi di fine lavori, però almeno avremmo la Curva Fiesole che, da sola, può ospitare 12mila persone. La Fiorentina non può andare per tre anni a Modena o Cesena. L’unico stadio per disputare le gare in Europa sarebbe Reggio Emilia... sarebbe bello dire Verona, per la vicinanza con i tifosi gialloblù, ma già molti non vanno a Firenze con il Cukaricki figuriamoci a più di 300km di distanza”.