Basile: "C'è voglia di ripartire, anche se non così in fretta come volevano Gattuso e Sarri. Basta con l'alibi dei media, negli ultimi anni più polemiche che punti in classifica"

Su Facebook il giornalista e corrispondente a New York Massimo Basile ha parlato della nuova stagione della Fiorentina, prossima a cominciare: "Questa sarà la stagione in cui conteranno solo i risultati. Il facile alibi dei media, sempre usato come cortina fumogena dal potere quando è in difficoltà, ovunque, anche in Usa, anche nella politica, non potrà essere evocato ancora. Perché più di quello che stanno facendo da settimane a Firenze media, giornali, radio e tv, più che portare l’acqua con le orecchie, direbbe Guzzanti, non possono fare. E l’alibi dei “giornalai” finisce per tutti, per il club, ma anche per i tifosi, per la curva".
E poi ha aggiunto: "I risultati, solo quelli conteranno. Ma non subito. Io darò tempo, anche se alcune scelte di mercato mi appaiono controverse come i soliti intermediari che ne muovono i fili da anni, e darò tempo a tecnico e squadra perché c’è un’idea di calcio nuova rispetto al passato. Nessuno vuole fare male, c’è voglia di ripartire, non così velocemente come volevano Gattuso e Sarri ma più in linea con gli obiettivi finanziari della proprietà. Se questa Firenze diventata boccone facile del populismo, dimentica dell’orgoglio dello spirito critico che la rese unica, tornerà a giudicare solo il calcio, ciò che vedrà con i propri occhi e con il cuore, sarà già qualcosa. Se, tra qualche settimana, dovessimo sentire evocare di nuovo i media cattivi e vaghi riferimenti a “insulti e minacce”, non sarebbe un bel segnale. Vorrebbe dire che le cose non vanno. Servono tempo, calma e cuore. Ma basta nemici esterni, basta cercarli nel vicino di posto, in quello che la pensa in modo diverso. In questi due anni abbiamo visto più polemiche e guerre intestine che punti, più rancore e spirito di vendetta che ponti".
E infine: "Per secoli, come fiorentini, siamo stati in lotta perenne tra noi ma per inseguire qualcosa di più grande, o un’illusione di essa, non per abituarsi alla mediocrità. Chi viene da fuori e non conosce questa città forse pensa che basti lanciare un osso per controllare una muta di cani rabbiosi. Ma io manco da trent’anni, e quindi la mia analisi vale due lire. Il calcio, per fortuna, vive di verità e quella sta nei novanta minuti. Se lavori bene, alla fine fai bene. Se la colpa è sempre degli altri, no. Il pallone va dove lo sai condurre. E la partita è ciò per cui siamo rimasti incantati da questo sport. Il grande Galeano diceva che noi tifosi siamo eterni mendicanti di bellezza. Mi ci ritrovo più che mai. Vivendo lontano e non avendo nessuno con cui confrontarmi per strada, finita la partita e spenta la tv, tra gente ignara della Viola che gira con il cappellino dei Mets o degli Yankees, io di bellezza e armonia ne sento ancora più bisogno. Spero di ritrovarla nella mia Fiorentina".
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