Poco equilibrio richiede massima intensità: il solito principio guida della Fiorentina, obbligata a non abbassare mai la guardia
Una delle migliori versioni a Napoli, una delle peggiori contro l’Empoli. Alla Fiorentina, probabilmente, la sosta ha fatto male; oltre ad aver perso i Nazionali, l’eccessiva e prematura pressione su traguardi improbabili ha inciso. Ottobre non prevede vertigini per la classifica dopo appena nove giornate, così come partite della vita per terreno perso. L’obiettivo principale di questo avvio deve essere lavorare per migliorare la tenuta e l’atteggiamento nell’arco di tutta la stagione. Dove arrivano anche le battute d’arresto.
La lettura di Andreazzoli
Per la Fiorentina, quella di ieri è indubbiamente una serataccia, contro un Empoli molto più prestante. Andreazzoli ha osato mandando in campo una squadra pronta ad aggredire il possesso avversario con più uomini e a ripartire con rapidità attaccando la profondità. Preziosi gli strappi di Cambiaghi e Cancellieri. Il gioco azzurro, girato a memoria per 90 minuti, è risultato efficace contro una Viola interamente fuori fase e rinchiusa fuori dall’area empolese, costretta a palleggiare senza mai incidere.
Problemi già noti
Tra i fattori su cui lavorare, emergono errori di approccio e gestione della gara, da risolvere per far sì che sconfitte come questa siano solo una brutta batosta da dimenticare. Alcuni già li conosciamo, perché sono caratteristiche che accompagnano la filosofia di Italiano dal suo arrivo a Firenze. La Fiorentina non ha un piano B: se la squadra si trova impantanata a soffrire un avversario che va più forte, è difficilissimo cambiare rotta. Per lo più si rischiano risultati da matita rossa, come più volte è successo negli anni scorsi, con una brutta tendenza ad alzare bandiera bianca in certi incontri.
Un obbligo, non una scelta
D’altro canto, è un tratto radicato di un’idea di calcio già esposta al rischio, combinata a una squadra sempre meno indirizzata verso l’equilibrio, specie dopo le scelte dell’ultimo mercato. La Viola non è strutturata per permetterselo e questo richiede di andare sempre più forte degli altri. Per lo stesso principio che ha portato al successo estremamente convincente a Napoli, la Fiorentina deve sempre giocare a calcio come sa fare e non abbassare mai i ritmi. Poter gestire una partita con calma è un lusso contro pochissimi avversari o in situazioni di netto vantaggio e controllo.
E se i migliori calano…
Se consideriamo quanto appena detto e il fatto che le alternative, in più parti del campo, non riescano ad essere all’altezza dei titolari, ci sono alcuni punti di riferimento irrinunciabili e indispensabili. E se questi sono a corto di forze, come un Gonzalez sottotono, una difesa capace di perdersi in un bicchier d’acqua sul posizionamento o un Arthur ingabbiato dai non-movimenti dei compagni, è complicatissimo sostenere i ritmi richiesti.