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Guardando prima i provvedimenti disciplinari dell'arbitro La Penna e poi quelli del giudice sportivo nei confronti dell'allenatore della Fiorentina, Giuseppe Iachini, e del difensore viola, Martin Caceres, ci è venuto subito da dire: finalmente giustizia è fatta. Perché, diciamocelo tutti, non è uno spettacolo edificante, indipendentemente dal fatto che siate credenti o meno, che qualcuno bestemmi quando si trova in campo. E' vero che c'è la competizione, la concitazione, l'adrenalina in circolo, ma la blasfemia su un terreno di gioco non ci sta, specie se a casa (o sul campo, quando possibile) vi sono anche giovani fanciulli che sentono quello che viene detto.

Peccato però che quello che è successo a Firenze, sia un fatto isolato. Grazie al fatto che gli stadi ora sono vuoti, i microfoni delle tv sono riusciti a captare di tutto e di più. Vi sono stati personaggi di altre squadre che hanno fatto crollare chiese con tutti i campanili, a suon di imprecazioni. Eppure...eppure sì, sono rimasti totalmente impuniti. Vi è un regolamento che, come spesso accade, qualcuno fa osservare alla lettera, mentre qualcun altro è più permissivo o se ne infischia. Risultato? Il peso e la misura finisce per non essere uguale per tutti.

Peccato, peccato davvero, perché così si creano classi di scontenti e classi di privilegiati. La Fiorentina in questo caso finisce dietro alla lavagna, guarda dall'angolo verso la classe e si accorge di essere sola, mentre altri sghignazzano allegramente.


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