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Viene a noia tutto nella vita di oggi e viene a noia tutto anche velocemente, figuriamoci un allenatore giunto per altro al suo terzo anno nello stesso club (la Fiorentina). Sembra essere questo il motivo per cui Vincenzo Italiano, a Firenze, ciclicamente entra nell’occhio del ciclone. Dopo ogni passo falso, dopo ogni errore, dopo ogni scelta apparentemente errata. 

Eppure i risultati sono dalla sua parte. Non soltanto quelli della sua carriera da allenatore, ma anche e soprattutto quelli sulla panchina gigliata. Un gioco nuovo, una nuova impronta. L’Europa, due finali, un bel calcio e quel carisma che mancava da tempo. 

I detrattori dicono che sia un tecnico presuntuoso, talebano, che non riesce a cambiare a gara in corso. Gli ammiratori parlano dell’allenatore del futuro, della nuova generazione finalmente protagonista, di un tecnico che ogni anno migliora i propri risultati e quelli delle proprie squadre. In riva all’Arno ci si stanca spesso e rapidamente di tutti. Figuriamoci quando i risultati (come in questo inizio di stagione) stentano un po' ad arrivare. 

Eppure Italiano ha tutto quello che Firenze da sempre ama: un gioco offensivo, un carattere forte, un bel modo di affrontare le partite. Certo, magari è meno ruffiano di altri, sia con il tifo che con la piazza. Non è uno che regala complimenti o grandi elogi a nessuno. Quest’anno lui, e la sua proprietà, si sono presi la responsabilità di dichiarare a spron battuto che questa squadra è più forte di quella dello scorso anno. Forse è stato addirittura un errore. Perché migliorare due finali vorrà dire per forza di cose vincere qualcosa, perché migliorare in campionato vorrà dire superare una tra Atalanta, Lazio e Roma, cosa non certo facile. 

E poi il mercato, che ha voluto e avallato in ogni sua scelta. Lacune comprese. Per la prima volta, come sostiene qualcuno. Insomma, sono cambiati gli scenari e lo si è capito fin da subito. Sono cambiate le aspettative e probabilmente stanno cambiando anche le esigenze nei suoi confronti. Questa sarà la sua stagione più importante, decisiva per capire che allenatore vorrà diventare Vincenzo nel futuro. Dopo tre anni prendere o lasciare. Se le cose andranno male difficilmente il suo futuro sarà ancora a Firenze. Se le cose andranno bene potrebbe addirittura diventare un mini Ferguson in salsa viola. Come al solito, le vie di mezzo non esistono. Voi da che parte state?


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