Appena 6 italiani (e 0 minuti) da una parte, 5 stranieri e tanta toscanità dall'altra: la Fiorentina può prendersi la rivincita più bella sul Corvinismo sfrenato
La sconfitta sul campo fa male almeno quanto quella di Praga ma in questo caso il ciclo è davvero giunto alla sua conclusione. La Fiorentina Primavera che ripartirà avrà una nuova guida tecnica e una rosa molto diversa da quella che ha sfiorato tanti successi in questa stagione, dopo aver conquistato 4 Coppe Italia e 2 Supercoppe. Dal match di ieri sera al Mapei però, è inevitabile sottolineare due trend del tutto opposti: da un lato il Lecce di Corvino, del quale si conosce bene il modus operandi, dall'altro la Fiorentina dei toscani.
Tra le fila giallorosse appena 6 italiani in rosa, 4 dei quali classe 2005 e dunque integrati dall'Under 17/18, e nessuno in campo neanche per un minuto in finale. La Fiorentina invece si è presentata con il solo Krastev e poi tutti talenti a chilometro zero, o quasi. Due filosofie opposte, con l'ex ds viola che cerca spesso e volentieri l'alloro e il trofeo giovanile a fronte di spese che non sempre portano al travaso in prima squadra (e in questo caso men che mai giovano al calcio italiano). Cosa che invece spera di iniziare a fare la società viola, fornendo finalmente qualche pezzo alla rosa dei grandi e quella sì, sarebbe la rivincita più bella.