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Ormai è quasi fatta, la Fiorentina è vicina a completare il quinto acquisto del proprio calciomercato estivo. Il prescelto ha finalmente un nome e un cognome: Antonín Barák. Sarà il ceco a completare il centrocampo viola, che aveva estremo bisogno di aiuto dal mercato. E a pensarci, sulla carta, il classe ‘94 risponde alle necessità di Italiano e della squadra.

I numeri e il ruolo

L’ultima stagione di Barák in quel di Verona è di gran lunga la migliore della sua carriera. Basta analizzare le statistiche: 29 presenze, 11 reti, 4 assist. Numeri degni di un rispettabile attaccante da categoria. Nel 3-4-2-1 di Igor Tudor, ora trasferitosi a Marsiglia, si posizionava dietro la punta, spesso al fianco di Caprari con Simeone davanti.  È stato un po’ il trio delle meraviglie, che ha fatto la fortuna degli scaligeri nell’annata 21/22. E dopo appena tre mesi, il Verona ha lasciato partire tutti e tre.

Marchio di fabbrica: presenza in area

Antonín Barák ha esaltato le sue doti offensive come mai fatto prima. Ha sempre dimostrato un certo feeling con il gol, fin dai tempi di Udine, ma l’ultima stagione parla chiaro. Analizzando ogni singola rete segnata, si capisce che, spesso, il 7 gialloblù aspetta l’occasione giusta dal limite dell’area, diventando una minaccia spesso poco considerata dalle difese avversarie per quanto incisiva. Certo, il ruolo specifico è un fattore fondamentale, ma questa sua caratteristica dimostra che, sulla carta, è un centrocampista da inserimento, che può dare una grande mano in chiave realizzativa. Cosa che alla Fiorentina manca.

L’uomo del raddoppio

Da un’attenta osservazione dei gol fatti da Barák nell’ultimo campionato, si evince un altro dettaglio molto interessante. Delle sue undici marcature, sei hanno portato l’Hellas Verona in situazione di doppio vantaggio. Nello specifico, quattro di questi sei gol hanno cambiato risultati o parziali in 2-0 o 0-2 in favore del Verona. Un dato casuale? Possibile, ma è anche curioso scoprire come il classe ‘94 abbia spesso chiuso le partite regalando il gol “definitivo” della gara.

Un centrocampista completo

Attenzione, però, perché Barák non è solo un buon centrocampista in chiave gol. Per scoprire le altre caratteristiche, è utile pensare alle sue versioni viste con Udinese e Lecce. Nonostante i 190 centimetri di altezza, non mancano la tecnica di base e la precisione nei passaggi, oltre a un’ottima visione di gioco. Occhio, anche, agli 86 chilogrammi di peso, un’etichetta che racconta la sua potenza fisica. Insomma, se parte in velocità è un cliente scomodo da spodestare. L’incisività in zona gol, inoltre, passa anche da un buon colpo di testa e dalla precisione nei calci di rigore. Può accodarsi a González e Jovic come tiratore dal dischetto?

Le controindicazioni

Un acquisto come quello di Barák, specialmente alle cifre pattuite (prestito oneroso di 2 milioni di € con diritto di riscatto fissato a 10 milioni) è ottimo. Bisogna fare attenzione, tuttavia, anche ai rischi, come qualche problema fisico di troppo che difficilmente lo rende sempre a disposizione. Parlare di Europa adesso è un tabù, in vista del ritorno contro il Twente, ma nel caso dovesse servire, purtroppo il ceco non aggiunge esperienza europea a una rosa che già non prevede tanti giocatori navigati in campo internazionale. Occhio anche al ruolo, dove Barák arretrerà a mezzala e dovrà adattarsi a un nuovo sistema di gioco, sperimentato solo in una breve parentesi in Friuli.


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