Un'eredità pesante conservata alla perfezione: dall'inizio disastroso al trionfo Coppa Italia, firmato Daniele Galloppa
Era fine ottobre e la Fiorentina Primavera aveva già giocato 8 partite, ottenendo in campionato appena 5 punti facendo registrare la peggior difesa. Le idee di gioco scarseggiavano e i protagonisti erano pochi. Il sottoscritto scriveva di un mezzo fallimento per quello che si era visto in quell'inizio di stagione, con una Fiorentina di Aquilani che ci aveva forse lasciato la bocca un po' troppo dolce.
Cinque mesi dopo, quella Fiorentina che in 8 partite aveva raggiunto una sola vittoria e nei bassifondi della classifica, ha sollevato la sua quinta Coppa Italia in sei anni di finali consecutivi. Ma il trofeo è solo il compimento di un grande lavoro fatto in primis da Galloppa e il suo staff, che sono riusciti a plasmare un gruppo giovanissimo e a tratti inesperto, rendendolo nelle settimane sempre più consapevole dei propri mezzi.
Oltre a un bel gioco, organizzato da una costruzione dal basso fatta senza paura, questa squadra ha ritrovato anche i suoi punti cardine. Dall'esperienza di elementi come Biagetti e Harder, alla fisicità di un ritrovato Sene, non più punta centrale sola e dispersa nella difesa avversaria ma risorsa come esterno. Senza dimenticare la qualità (e i gol) di Caprini e Rubino. Ieri, poi, la conferma di una grande scuola di portieri viola con la grande prestazione di Tognetti (nonostante qualche brivido).
E a volte ci si può ricredere e far ricredere. Ci è riuscito Galloppa, che ha dato seguito al grande lavoro lasciato a Firenze da Aquilani portando a casa un altro trofeo importante. Adesso la rincorsa alla zona playoff in Primavera 1, anche se più che una rimonta sembra un'impresa. 7 partite, 21 punti a disposizione, metà dei quali da recuperare. Intanto una coppa è in bacheca, adesso la testa è un po' più libera.