La sosta del campionato ci permette di poter tirare una bella linea rispetto all'ultimo mercato, terminato da poche ore, e poter analizzare la rosa della Fiorentina, che è uscita sostanzialmente rivoluzionata.

Ve lo diciamo subito, chi si aspetta voti (4, 8, 7,5, 3) resterà deluso, perché non ci saranno. Sarà pure una banalità, ma il voto ai mercati fatti lo assegna il campo, a fine stagione, non Tizio, Caio o Sempronio, poche ore o pochi giorno dopo il gong, anche se è un giochino diffuso. Però c'è lo spazio e il modo per fare una bella scansione della squadra, sottolineando gli interventi fatti, quelli che potevano essere fatti, pregi e mancanze del 'materiale umano' consegnato a Italiano. 

PORTIERI 

A differenza di quanto accaduto in tempi recenti, in Italia c'era la possibilità di poter trovare risposte alle esigenze (conclamate) dei viola nel ruolo. Falcone, Caprile, Montipò e altri ancora, giovani e meno giovani, si erano messi in mostra in diversi negli ultimi 12 mesi. La Fiorentina ha scelto però un percorso tutto suo, confermando ancora Terracciano e affidandosi ad un danese, Christensen, che aveva trascorso le ultime due stagioni della sua ancora breve carriera (24 anni per un portiere sono pochi) in Germania. Contemporaneamente se n'è andato Cerofolini trasferitosi a Frosinone. Numericamente comunque questo è un ruolo coperto. 

DIFENSORI

Parisi è un acquisto che sa di lungimiranza e di buon investimento, a patto ovviamente però che cominci a trovare lo spazio che merita un prospetto del genere. Kayode potrebbe essere la sorpresa stagionale, per lo meno possiamo dire che a Genova, l'unica volta in cui è stato fin qui impiegato, è andato oltre le più rosee aspettative, facendo un partitone. 

I problemi semmai nascono al centro. Milenkovic e Ranieri sono i due a pieno servizio. Mina viene da anni (non mesi) molto travagliati in Inghilterra e non ha potuto giocare nemmeno un minuto tra amichevoli e prime uscite ufficiali. La permanenza di Martinez Quarta dà un'alternativa nel ruolo a Italiano, ma è anche vero con l'argentino non si è rivelato affidabile in queste stagioni passate a Firenze.

CENTROCAMPISTI 

Via Amrabat (per sua espressa volontà, questo va detto), che nella fase di rottura e nell'inseguire gli avversari era una risorsa importante, Italiano si ritrova due giocatori tecnici e dalle caratteristiche simili che possono impostare l'azione, come Arthur e Maxime Lopez. A fare legna c'è Duncan, anche lui molto discontinuo nella sua esperienza in viola, mentre dovrebbe trovare diverso spazio in questa stagione uno come Mandragora che a tratti è impalpabile. Castrovilli è estraneo, per diversi motivi, fisici e contrattuali, al progetto, una speranza potrebbe essere il recupero di Barak che può dare ricambio a Bonaventura o eventualmente può anche portare ad estromettere Mandragora. Fino a questo momento però è stato inutilizzabile. Infantino infine è tutto da scoprire. 

ATTACCANTI

Rivoluzione totale al centro, con Nzola e Beltran che hanno preso il posto di Cabral e Jovic. Italiano ha dimostrato finora di voler continuare sulla strada già percorsa in passato, ovvero quella di alternarli e non utilizzare le due punte assieme. Dentro anche due esterni offensivi, anche se Gonzalez è il solo di categoria superiore. Tutti gli altri, da Brekalo a Ikone, da Sottil a Kouame, sono oggettivamente più modesti, in grado di fare magari un partitone, salvo poi sparire nelle gare successive. Su Sabiri che dire? Sembrava destinato ad essere per Firenze, un oggetto misterioso...e così è stato! 

Infine Kokorin: salutato anche lui.

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