Beltran: "Gosens è contagioso, ti fa venire voglia di vincere. De Gea dovreste vedere come si allena, è un fuoriclasse. Comuzzo è un 30enne nel fisico di un ragazzino. Su Bove..."
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Tra stadio e compagni di squadra. Lucas Beltran si è raccontato a Cronache di Spogliatoio, intervenendo sul gruppo viola e sull'atmosfera che si respira all'Artemio Franchi. Le sue parole su De Gea: “David è una persona veramente top e non me lo aspettavo. È semplice, scherza con tutti, se qualcuno ha un problema arriva da te per parlare. È un leader silenzioso. Mi capita spesso di confrontarmi con lui, tratta tutti allo stesso modo, dal più esperto fino ai suoi compagni di reparto del 2006. Un grande uomo da cui imparare. Un fuoriclasse: ma chi è che appena arrivato para subito due rigori nella stessa partita?! E poi vedeste come si allena: ti viene da pensare che se lo fa lui, che è un campione, perché non dovresti farlo tu? Se vuoi arrivare a quel livello, quella è la strada”.
E invece su Gosens: “Non mi è capitato spesso in carriera di trovare compagni come lui. È bello avere una persona nel gruppo che ti dà sempre il suo punto di vista e dice le cose in faccia. Ti dice sempre la verità, non vuole dirti per forza una bella parola, ma è diretto e ha portato una mentalità vincente, uno step in più, pensa alla vittoria e ti contagia. Ti fa venire voglia di vincere. Ci parla molto prima delle partite. Sa che quando dobbiamo soffrire, dobbiamo farlo tutti insieme. E la stessa cosa quando invece dobbiamo attaccare”.
Su Comuzzo: “Mi ero accorto che fosse forte perché vedo come si allena, ma non credevo che sarebbe arrivato a questo livello in così poco tempo. Ha fatto veramente il botto: si allena come un ragazzo di 30 anni, ma ne ha 19, e ha la mentalità giusta per crescere, è uno che ascolta e cerca di imparare tutti il tempo. È veramente forte”.
E infne su Bove: “È un argomento di cui non mi piace parlare per un motivo: credo che a lui non piaccia tanto ricordare quella sera e il periodo che sta passando. So solo che mi dispiace perché è una bella persona, ha solo un anno in meno di me e a volte mi chiedo se sarebbe potuto succedere a me. Abbiamo vissuto un momento di paura, l’importante è che ora lui stia bene e sia qui con noi, come ha detto a Sanremo si sente incompleto e lo percepiamo. Gli stiamo vicino, lo facciamo sorridere, e poi lui saprà trovare ciò che gli manca. Quando lo vediamo entrare in spogliatoio, lo abbracciamo”.