Dodô: "Tre finali perse sono tante, ma quest'anno ci vogliamo riprovare. Un trofeo con la Fiorentina è il sogno di tutti. Vi spiego la differenza tra Italiano e Palladino"
A La Gazzetta dello Sport ha parlato il terzino della Fiorentina Dodo, raccontandosi tra passato, presente e futuro in maglia viola. Questo un estratto delle sue parole al quotidiano sportivo: “La Fiorentina mi ha abbracciato fin da subito. Dopo essere andato via dallo Shakhtar, dove firmai per 5 anni, per la guerra, sono rimasto sei mesi in Brasile. Ho sofferto parecchio. Il club viola non si è mai fermato, mi ha sempre voluto con Pradé e Burdisso. Sognavo l’Italia e nel 2022 sono arrivato. Questa è la mia terza stagione. È cominciata bene”.
‘Vogliamo vincere un trofeo e dedicarlo a Commisso’
E sulla vittoria di un trofeo con la maglia della Fiorentina: “È il sogno di tutti. Tre finale perse sono tante. Ci proveremo. Dobbiamo vincere, già a Empoli domenica, e alzare il livello. Vorremmo dedicarlo a Commisso. Lui sta insieme a noi e vicino a noi. La finale che fa più male? Tutte e due danno parecchio fastidio perché abbiamo sempre controllato e creato tante occasioni. Ora ci riproviamo sapendo che può succedere di tutto. Il playoff con gli ungheresi insegna che non ci si deve fidare di nessuno, ma anche che si può ribaltare una situazione come ci successe col Basilea in semifinale nel 2023”.
‘Ecco come mi utilizzava De Zerbi allo Shakhtar’
Sul suo ruolo in campo: “De Zerbi allo Shakhtar ha iniziato a cambiare il mio modo di giocare. Non solo terzino, ma più attaccante e soprattutto più dentro il campo. Mi usava pure da mezzala. Poi me lo ha fatto fare Italiano che mi diceva che dovevo giocare come allo Shakhtar anche qui e ora Palladino che vuole il possesso, pure lui vuole attaccare, però chiede che stiamo tutti insieme dietro”.