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Ha parlato soprattutto in memoria del figlio Niccolò, scomparso nel 2001, l'ex portiere e dirigente viola Giovanni Galli a La Nazione. Per poi soffermarsi anche sull'attualità della Fiorentina:

Scelta rischiosa su De Gea? “No, perché se ti alleni e sai di essere ancora te stesso non cambia quasi niente. Tanto più per un campione come lui. All’inizio ha avuto qualche problema con le uscite. Ma questo perché si doveva riabituare a leggere le traiettorie. E’ normale, e comunque problema risolto in fretta. A stretto giro non solo ha fatto grandi interventi ma ha anche fatto crescere l’intero reparto”.

I fiorentini? “Dico che passano dalle stelle alle stalle in una frazione di secondo. E’ il loro modo di essere e devo dire che se ho scelto di diventare uno di loro significa che va bene così”.

Il momento più difficile della sua carriera? "Dopo il mondiale dell’86. Quel gol di Maradona non lo volevo rivedere. Ci è voluto un po’. Non uscivo di casa, sentivo gli sguardi di tutti addosso. Poi andai al Milan. Il giocatore più forte? Potrei dire Maradona, troppo facile. Invece dico che sono sempre rimasto colpito alla classe e dall’eleganza di due giocatori che ti incantavano per come si muovevano sul campo. Van Basten e Antognoni erano uno spettacolo".

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