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Dopo appena un anno dal suo inizio, l’avventura di Patrick Cutrone alla Fiorentina sta per terminare. Arrivato a Firenze dal Wolverhampthon per risolvere i problemi offensivi della Viola, il classe ’98 non è mai riuscito a convincere. Condizionato, forse, anche dalla formula del trasferimento: prestito oneroso con obbligo di riscatto al raggiungimento di determinate partite da titolare.

Eppure, l’inizio dell’avventura di Cutrone in riva all’Arno sembrava promettere grandi cose. Subito il gol all’esordio da titolare, in Coppa Italia contro l’Atalanta. In campionato ne segna altri quattro, chiudendo la stagione a cinque reti e due assist in ventuno presenze. Il momento più alto? I tre gol di fila segnati a Verona, Lecce e Torino, che hanno permesso alla Fiorentina di Iachini di ottenere la salvezza con diverse giornate di anticipo.

La conferma del tecnico marchigiano faceva presagire un futuro a tinte viola per Cutrone, ma fin dalle prime partite di questa stagione è stato chiaro a tutti che sarebbe partito dietro a Vlahovic e Kouame. Sono tredici i gettoni del 2020-21, di cui solo uno dal 1’ (in Coppa Italia contro il Padova). Per il resto, tanta panchina e qualche apparizione a partita in corso. Occasioni che Cutrone non è mai riuscito a sfruttare e che hanno contribuito al deteriorarsi della sua avventura in Toscana.

La rottura con il procuratore Branchini non ha fatto altro che accelerare il processo che lo porterà lontano dalla Fiorentina. Basta un dato per evidenziare il fallimento dell’acquisto dell’Milan: Cutrone non ha mai giocato una partita per intero, venendo sempre sostituito nella ripresa o subentrando a gara in corso. Adesso, il classe ’98 cercherà in un’altra piazza di Serie A quella fortuna e quella continuità che a Firenze non ha mai avuto. Per demeriti suoi, ma anche di chi l’ha acquistato ma non ci ha mai puntato veramente con convinzione.


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