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Il calciomercato è ufficialmente iniziato da poco più di una settimana, e i tifosi della Fiorentina e tutto l’ambiente viola stanno aspettando l’arrivo dei primi rinforzi della prossima stagione. Per capire quale potrebbe essere la strategia della società gigliata in questo mercato Fiorentinanews.com ha voluto conoscere in esclusiva il parere di Luigi Dell’Olio, giornalista esperto di economia per Private, Affari e Finanza e Repubblica.        

Il mercato della Fiorentina sembra stia partendo a rilento. Pesa forse per il momento la mancata cessione di Amrabat? Quanto può influire? 

“Evidentemente la società ha deciso di vendere prima di acquistare. Io mi limito ai numeri: il bilancio allo scorso giugno si è chiuso con un utile di 46,8 milioni, fortemente influenzato dalle cessioni con quella di Vlahovic su tutte, ma anche grazie a un incremento dei ricavi da gare. A spanne l’esercizio 2022/2023 invece dovrebbe essere in perdita tra i 30 e i 45 milioni; dipende dalle modalità di contabilizzazione di alcune poste, considerato che sono mancate grandi cessioni, mentre ci sono stati gli acquisti di Dodò e Barak, solo in parte compensate dai maggiori ricavi al botteghino, complice il cammino europeo fino alla finale di Conference League. L’esercizio 2023/2024 è iniziato bene, grazie ai quasi 9 milioni incassati dalle cessioni dei cartellini di Maleh e Zurkovski e circa 4 milioni risparmiati per la fine dei contratti di Saponara, Venuti e Sirigu”.

Tenendo conto anche di quelle che possono essere le prossime cessioni e l'incognita Conference League, che mercato può fare questa volta la Fiorentina? 

“Non cambia molto rispetto a quanto detto in passato: Commisso deve decidere se provare a fare il salto di qualità o meno. Nel primo caso occorre mettere in conto un paio di acquisti all’anno da 15-20 milioni, ma potrebbe consentire alla squadra di competere per la qualificazione in Champions League, che comporterebbe un salto in avanti notevole in termini di incassi. Il mercato è sempre più polarizzato: da una parte ci sono i calciatori nel mirino dei club di Champions League, i cui cartellini raggiungono cifre folli, dall’altra quelli che gravitano nelle altre Leghe europee, a prezzi molto più abbordabili. Weah alla Juventus e Bakker all’Atalanta, entrambi per 10 milioni di euro, sono indicativi delle tendenze in atto”.

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