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Tre punti dalla Juventus - sempre che non le venga tolta la penalizzazione - e sette dall'Atalanta: è questa l'attuale situazione in campionato della Fiorentina. Matematicamente, quindi, l'Europa è ancora possibile e il pareggio con lo Spezia cambia solo leggermente le cose. Ma ciò che bisogna guardare, forse, non sono i punti in classifica.

La gara di sabato ha mostrato una Fiorentina stanca, inevitabilmente condizionata dagli sforzi fisici e mentali degli ultimi tempi. Fisiologico, normale, anche se di fronte non c'era una corazzata. La verità è che la rosa viola non è equipaggiata per reggere su tre fronti, non sul lungo periodo e allo stesso livello almeno.

Sia chiaro, nessuna squadra sceglie una competizione piuttosto che un'altra, perché in campo si entra sempre per vincere. Però forse, in questo momento, converrebbe non farsi travolgere dall'entusiasmo e capire che la rimonta in campionato è molto complicata e che le priorità si chiamano Coppa Italia e Conference League.

Il primo che deve farlo è proprio Italiano, onde evitare di pretendere troppo dai suoi giocatori e lasciarsi trascinare da ambizioni proibitive. Ben vengano quindi le rotazioni, la gestione delle energie, l'inserimento di elementi che finora hanno trovato meno spazio. L'appetito vien mangiando e tutti vorrebbero altri due mesi come marzo, ma con Roma e Praga che cominciano a intravedersi non si può rischiare di farsi ingannare dall'ingordigia.

Un pareggio che non concede un traguardo storico, ma neanche l’abbassamento dell’entusiasmo. A Poznan con la stessa energia che ha contraddistinto l’ultima Fiorentina
È un peccato. La Fiorentina manca la decima vittoria consecutiva, un traguardo che sarebbe stato storico, riuscendo a r...

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