Italiano è abituato a salire gli scalini, anno dopo anno. Costruiamogli una squadra per fare la scalata assieme e per evitare di assistere al solito film
Commisso è tornato e sta meglio. Lo ha detto lui, il presidente della Fiorentina, e questa è la cosa più importante. Sui contenuti, tono più tono meno, è il Rocco di sempre. Forse, come ha detto e scritto qualcuno, meno luccicante del solito, meno pirotecnico. Ma per certi versi meglio così. Sicuramente meno entusiasta del suo primo giorno a Firenze, ma anche questo ci sta. Già è difficile vivere e capire la Fiorentina da vicino, figuriamoci da lontano, dall’altra parte dell’Oceano, con qualche acciacco fisico importante sulle spalle.
Ma al di là dei progetti, dei soldi da spendere, della società non in vendita (fosse vero il contrario, non verrebbe comunque detto), quello che ci interessa di più è il campo. E il campo oggi porta un nome e un cognome: Vincenzo Italiano. L’uomo che ha fatto rinascere una squadra, che ha valorizzato e rivitalizzato un intero spogliatoio, che ha riportato la Fiorentina in Europa. E allora, siccome a fine agosto ci saranno gli spareggi per entrare nella fase a gironi della Conference League, per quella data la squadra viola dovrà essere pronta, collaudata, forte. Non a chiacchiere. Ricordiamo bene i campionati di squadre eliminati dalle competizioni europee prima di cominciare. Stagioni spesso rovinate, spogliatoi spesso effervescenti (a livello numerico sarebbero troppi gli scontenti), allenatori bruciati prima ancora di cominciare.
Ecco, nessuno vuole che accada questo. Italiano per primo, che dopo aver dato un “sì” di partenza, vorrà vedere programmi, acquisti, addii. Già a metà giugno, ma forse anche prima, la dirigenza viola e il suo allenatore si ritroveranno per costruire la squadra 2022/2023. Ma niente, al momento, è sicuro al cento per cento, almeno ascoltando le parole di Commisso, che ci è andato con i guanti sull’argomento allenatore. Per questo, da adesso in poi, conteranno i fatti. Torreira o non Torreira, Milenkovic o non Milenkovic. Italiano, grazie ad una stagione straordinaria, non è più quello di dodici mesi fa, disposto ad accettare tutto pur di salutare Spezia appena dopo aver firmato il rinnovo e di fare il salto verso la Fiorentina. Italiano è abituato a saltare, a salire gli scalini, anno dopo anno. Presunzione? No, probabilmente ambizione. Costruiamogli una squadra per farglielo fare assieme. Per evitare di assistere al solito film.
Ma al di là dei progetti, dei soldi da spendere, della società non in vendita (fosse vero il contrario, non verrebbe comunque detto), quello che ci interessa di più è il campo. E il campo oggi porta un nome e un cognome: Vincenzo Italiano. L’uomo che ha fatto rinascere una squadra, che ha valorizzato e rivitalizzato un intero spogliatoio, che ha riportato la Fiorentina in Europa. E allora, siccome a fine agosto ci saranno gli spareggi per entrare nella fase a gironi della Conference League, per quella data la squadra viola dovrà essere pronta, collaudata, forte. Non a chiacchiere. Ricordiamo bene i campionati di squadre eliminati dalle competizioni europee prima di cominciare. Stagioni spesso rovinate, spogliatoi spesso effervescenti (a livello numerico sarebbero troppi gli scontenti), allenatori bruciati prima ancora di cominciare.
Ecco, nessuno vuole che accada questo. Italiano per primo, che dopo aver dato un “sì” di partenza, vorrà vedere programmi, acquisti, addii. Già a metà giugno, ma forse anche prima, la dirigenza viola e il suo allenatore si ritroveranno per costruire la squadra 2022/2023. Ma niente, al momento, è sicuro al cento per cento, almeno ascoltando le parole di Commisso, che ci è andato con i guanti sull’argomento allenatore. Per questo, da adesso in poi, conteranno i fatti. Torreira o non Torreira, Milenkovic o non Milenkovic. Italiano, grazie ad una stagione straordinaria, non è più quello di dodici mesi fa, disposto ad accettare tutto pur di salutare Spezia appena dopo aver firmato il rinnovo e di fare il salto verso la Fiorentina. Italiano è abituato a saltare, a salire gli scalini, anno dopo anno. Presunzione? No, probabilmente ambizione. Costruiamogli una squadra per farglielo fare assieme. Per evitare di assistere al solito film.
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