De Sisti: "Alla Fiorentina è mancata un po' di esperienza nelle finali perse, ma il gioco di Italiano è buono. Amrabat? Come play tiene troppo la palla, ma se fossi in lui non andrei via da Firenze"
L'ex giocatore della Fiorentina, Giancarlo De Sisti, ha parlato in occasione di una mostra fotografica organizzata in Palazzo Vecchio, rispondendo ad alcune domande sul passato e sul presente della Viola. Sentite un po' Picchio:
"E' sempre un piacere per me venire a Firenze, porto gran ricordo della città e della Fiorentina: i tifosi mi hanno accolto come un principino. Sono arrivato ragazzino a 22 anni e sono venuto via uomo a 31. Purtroppo ci fu un diverbio con l'allenatore del tempo, che ahimè adesso non può rispondermi, che mi fece allontanare perché qualcuno mi faceva passare da comandante. In realtà io non avevo la pretesa di farmi trattare come un duce, ma la questione si risolse solo in seguito".
Sull'attualità: "Alla Fiorentina nelle finali è mancata l'esperienza di alcuni giocatori, che ci avevano messo delle settimane prima di amalgamarsi. Il modello di gioco però è buono, la finale contro il West Ham è stata dominata. Italiano ha fatto bene anche quest'anno, due finali non sono roba da poco a Firenze. Alcuni mister gesticolano un po' troppo, come faceva anche Trapattoni, ma credo che lo facciano soltanto nel momento in cui sanno di essere inquadrati. Saranno gesti di vanità, ma l'importante è farsi ascoltare dai propri giocatori",
Infine su Amrabat: "E' stato provato in tutti i modi in mezzo al campo; come play tiene troppo la palla, in un ruolo dove invece andrebbe smistata più velocemente. Fossi in lui rimarrei alla Fiorentina, per non fare la fine degli altri del passato che sono andati alla Juventus".