C'era una volta Diakhaté: da pupillo di Sousa alla consacrazione mai raggiunta. La Fiorentina scongiura nuovi rimpianti
Uno dei primi talenti portati con sé da Paulo Sousa, prima ancora di Chiesa ed è tutto dire, perché Abdou Diakhaté è un dicembre '98, un anno abbondante più piccolo del talentissimo viola. Era il ritiro di Moena 2015 quando il portoghese convocò il centrocampista, allora 16enne, anche per International Champions Cup: la presenza da titolare contro il Psg e poi... basta così. Il resto dell'estate il senegalese la passò nuovamente con i compagni, comunque più grandi, della Primavera: stessa sorte anche delle due stagioni successive, dove prima lo stesso Sousa e poi Pioli non lo presero più in considerazione per la prima squadra. Un ri-adattamento alla Primavera che Diakhaté evidentemente digerì poco bene e che non gli permise di fare il definitivo salto di qualità. Centrocampista di grande fisico e buona tecnica, un po' compassato nei ritmi ma efficacissimo sotto porta: tutte doti che hanno fatto la fortuna della Primavera gigliata nelle ultime stagioni ma non della Fiorentina dei grandi. Ieri si è conclusa definitivamente la sua avventura in viola, con il passaggio al Parma: vedremo se in Emilia Diakhaté riuscirà a imporsi anche tra i professionisti, con la Fiorentina che comunque l'ha aspettato e giudicato ben bene negli anni e che ora spera di non doversi mangiare nuovamente le mani.