"I calciatori si tengono con i soldi ma anche con i progetti tecnici, mai visti con Commisso. Scelta sbagliate da cui si dovrebbe imparare"
Nella sua rubrica Il Cubo di Kubik di approfondimento sulle questioni di casa Fiorentina su Repubblica, Stefano Cappellini bacchetta le strategie viola di questi mesi e anni:
"Sulle disgrazie di mercato della Viola va detto che un po' ce le cerchiamo. Dice: eh, ma come fai a prendere o tenere i giocatori buoni con le cifre che girano? Vero. Però, anche se è oggettivamente diventato difficile per un club del livello della Fiorentina puntare a calciatori di prima fascia, bisognerebbe dirsi con onestà un paio di cose. La prima: i giocatori forti non li tieni solo con un ingaggio alto. Serve un progetto sportivo chiaro e ambizioso, perché a un giovane che ha mercato non basta offrire una cifra che magari si avvicini a quella che gli offre uno squadrone. Bisogna pure garantirgli che si lotterà per le posizioni alte in campionato, che ha serie possibilità di fare le coppe europee con continuità, e magari pure la Champions. Altrimenti persino a parità di ingaggio preferirà andarsene. Onestamente, non si può dire che i quattro anni di Commisso abbiano creato questa premessa.
La seconda: si può cedere alla dura legge del mercato e veder partire i migliori però, sempre se c’è ambizione di risultati, occorre saperli sostituire. Il problema con Chiesa, il più forte giovane italiano, non fu la cessione forse inevitabile, viste le paturnie del ragazzo, ma averlo venduto l'ultimo giorno di mercato sostituendolo con uno svincolato sulla soglia della pensione, il buon Callejon. Il problema con Vlahovic è che in un anno e tre tentativi non è arrivato un sostituto decente. Quello con Torreira è aver pensato di surrogarlo con Amrabat e Mandragora. Ecco, qui non c’entrano i soldi e i capricci. C’entrano le scelte, sbagliate, della società. E dagli errori si dovrebbe imparare".