La vecchia legge di Pradè: si torna sempre dove si è "mangiato" bene. Le traiettorie non casuali per il centrocampo viola

In principio fu la Fiorentina 2012/13, dove il primo Pradè portò con sé due grandi mestieranti del reparto centrale come David Pizarro e Alberto Aquilani, con i risultati che tutti conosciamo. Poi ci fu il tentativo del secondo Pradè per De Paul, nell'estate 2019, quindi il lungo inseguimento nei confronti di Torreira, quello concretizzato in questi giorni per Mandragora e la nuova rotta che porta a Dennis Praet. Tutti calciatori accomunati dal fatto di essere stati gestiti, o direttamente acquistati, dal ds romano nelle sue precedenti esperienze: due all'Udinese e due alla Samp, giusto per non far torto a nessuno.
In ogni caso si parla di calciatori qualitativi e l'idea di ricongiungersi con i proprio 'vecchi pallini' non ha mai tradito fin qui, basti vedere il rendimento determinante e decisivo dello stesso Torreira, nonostante le due precedenti stagioni da comprimario in Premier e Liga. Un buon auspicio sicuramente per Rolando Mandragora che ne erediterà buona parte dei compiti nello scacchiere di Italiano. E più in lontananza c'è proprio Praet, cercato addirittura negli ultimi mesi di reggenza a Firenze nel 2016, poi ritrovato alla Samp e cercato nuovamente ora: a conferma che Pradè torna sempre nei luoghi dove calcisticamente ha "mangiato bene": e con il belga potrebbe mangiarci molto bene anche la Fiorentina.