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La voglia di cambiare, di interrompere e rompere con il passato è cosa nota dall'estate del 2017: il periodo di transizione sembra entrato però solo ora nella sua fase più intrigante, con una Fiorentina che da inizio 2019 sembra davvero efficace in un modo totalmente diverso da quello con cui l'avevamo conosciuta dal 2012 in poi. Il tiki taka di Montella aveva incantato l'Italia e l'Europa, Sousa l'aveva ereditato raccogliendo consensi nella fase iniziale, fino a subito prima di staccare con la realtà in sostanza. Quel che ne seguì fu una sorta di aborto calcistico, un mix di sofferenza e distacco prolungato, insopportabile per tutti. Il primo Pioli, ma anche quello della parte iniziale di questa stagione, ha fatto fatica invece ad affermare un proprio volto riconoscibile, almeno fino a questo gennaio dove l'arrivo di Muriel ha decisamente sbaragliato la concorrenza timida del possesso palla. La Fiorentina di oggi è squadra da esaltazione, quasi esasperazione, del contropiede perché ha i giocatori perfetti per farlo e un centrocampo che, magari non costruisce, ma che come ieri può fare legna e rilanciare velocemente la manovra. La metamorfosi viola è completata: un caro saluto al tiki taka e benvenuto al contropiede.


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