Ammettere la situazione è il primo passo da fare per risolverla. Ora da Italiano servono fatti, non parole di circostanza
Se la trasferta di Leskovac poteva essere l'occasione per riaccendere un minimo l'entusiasmo, la Fiorentina l'ha miseramente mancata. Perché va bene che l'importante era solo vincere, come ripetuto più volte dai protagonisti nel post gara, ma sicuramente esiste una via di mezzo tra il manifesto del calcio perfetto e il triste spettacolo andato in scena contro il Cukaricki.
Non è solo un problema di gol
Fermo restando che la Fiorentina, si spera, non dovrebbe avere bisogno di ricorrere alla differenza reti per vincere il suo girone, certamente qualche gol in più ce lo saremmo aspettato. Magari non altri sei, ma neanche uno solo e arrivato peraltro grazie a un rigore calciato in maniera indegna da Nzola. Ma andiamo per un attimo oltre il punteggio: la realtà, ad oggi, è che la squadra di Italiano è totalmente incastrata nella propria monotonia.
Un copione che si ripete
Tanti passaggi, tanto possesso palla, ma pochissimi spunti, idee e soprattutto giocate che possano realmente cambiare l'inerzia di una partita. Continuare a sorprendersi delle difficoltà della squadra di fronte alle difese chiuse vuol dire farsi male da soli, anche perché ormai - semplicemente - contro la Fiorentina le difese sono tutte chiuse.
Ammettere la realtà… per cambiarla
In un momento come questo, anche se è comprensibile la volontà di difendere la squadra e trasmettere positività, da Italiano forse preferiremmo sentire la verità. Anche perché il campo non mente, e le difficoltà della Fiorentina sono sotto gli occhi di tutti. Nessuna tragedia, nessun processo, nessuna stagione buttata. Ammettere la situazione, però, è il primo e necessario passo da fare per risolverla.