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La squadra è nel mirino. La prestazione di Udine della Fiorentina, si aggiunge ad altre gare incolori, tristi, irritanti. Superficialità, poca determinazione, quasi la sensazione di menefreghismo da parte di qualcuno. Inaccettabile per Commisso, ormai giunto al terzo allenatore che non riesce a dare una identità, un gioco. Prandelli ci sta mettendo tutto se stesso, la Fiorentina è in una zona di classifica ancora relativamente tranquilla, ma non può bastare.

La media punti rimane imbarazzante per una squadra con il monte ingaggi da grande. La sensazione è che Udine sia stata uno spartiacque, almeno dal punto di vista decisionale. Cambiamenti. In panchina, nell’area tecnica. Ma anche dal punto di vista della rosa. Questa squadra, almeno per metà, va cambiata: occorrerà una vera rivoluzione. Ci sarà da ricostruire questa rosa quasi pezzo per pezzo.

Tifosi, ambiente, hanno capito che tanti di questi uomini non hanno nel DNA Firenze e la Fiorentina. Sarà colpa anche degli stadi vuoti, della lontananza dal pubblico, ma la sensazione è che nessuno abbia capito lo spirito di questa città. Che chiede una sola cosa: voglia e impegno. Cosa che, ci dispiace dirlo, manca. La Fiorentina, ancora oggi, non è una squadra con personalità. E la colpa è di tutti.

Questo per parlare del futuro. Ma c’è una parentesi, non poco importante, ancora da chiudere. Quella che riguarda il presente e la salvezza. Perché la settimana che arriva può nascondere soltanto insidie. Mentre sta nascendo la Fiorentina del futuro, c’è da salvare la Fiorentina del presente. Questa squadra è in grado di dare di più?


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