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Milenkovic e Igor, almeno in un determinato momento della loro carriera, hanno costituito una coppia di primordine nel panorama difensivo del calcio italiano. Specialmente durante il primo mandato di Italiano a Firenze, quando riuscivano a piazzare quella diga a metà campo a lasciare pochissimo spazio agli avversari. Poi però gli infortuni del serbo e la precaria tenuta mentale del brasiliano hanno intaccato la pregevole coppia, sino a portare l’allenatore a sperimentare soluzioni alternative.

Prima Quarta, poi Ranieri: la Fiorentina, nell’ultima stagione, non ha mai avuto una coppia di centrali definita. E questo, per una squadra che gioca anche l’Europa, non può essere un vanto. Ma con la partenza dell’ex Spal le cose cambieranno, perché adesso un intervento dal mercato, in quello specifico reparto, risulta imprescindibile. Ed è dunque questo il momento di chiedersi quale sia il profilo ideale da mettere assieme all’unica certezza difensiva della Viola: Nikola Milenkovic.

A Italiano serve più un tipo alla Igor, alto, massiccio, forte fisicamente, oppure uno alla Martinez Quarta, più scaltro e rapido, con anche qualche buono spunto di testa? Visti i risultati ottenuti in passato, è probabile che la scelta più saggia possa ricadere su un centrale simil-Igor, più robusto rispetto agli altri due difensori presenti in rosa. D’altro canto, però, va anche detto che il prototipo per il mister sarebbe più un centrale abile nell’impostazione dal basso. Quello, cioè, che l’argentino ex River sta provando dalla fine della scorsa stagione e continua a fare (per quanto potuto osservare) nelle amichevoli del Viola Park.

Per il gioco offensivo che propone il tecnico siciliano, tuttavia, avere un centrale che sappia giocare con i piedi sulla linea di centrocampo, per recuperare subito il possesso e far ripartire velocemente l’azione, costituisce una priorità. Dunque, stando a tale ragionamento (più o meno condivisibile – ci mancherebbe), Pradè, Burdisso e Barone dovrebbero ingaggiare un difensore con caratteristiche più vicine a quelle dell’ormai ex numero 98. Che sia anche questo sudamericano o no poco importa, basta che oltre alla garra sappia inserire quell’intelligenza tattica che Italiano richiede ai suoi giocatori.

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