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Premessa d'obbligo è il fatto che nessuno meglio dell'allenatore, quindi di Stefano Pioli, è in grado di giudicare il grado di preparazione e maturazione dei giovani a sua disposizione. Detto ciò, la Fiorentina va fregiandosi del titolo di "squadra più giovane d'Europa", di formazione dalle grandi prospettive, di linea verde e fiducia nei giovani eccetera eccetera. Ed effettivamente in campo la linea è verdissima, perché i più "vecchi" sono Pezzella e Vitor Hugo, classe '91, in porta c'è il '99 Lafont e a trascinare i compagni il '97 Chiesa. L'idea sarebbe quella di lanciare altri talenti del vivaio o pescati dal mercato low cost, un po' gli identikit di Sottil e Vlahovic ma anche di Montiel. Eppure per loro, più che di fiducia o spazio si parla di prestiti: il figlio d'arte ha giocato due spezzoni, alternandosi con la Primavera, il serbo invece tre ma con talmente pochi minuti da non toccare quasi il pallone. C'è chi in gerarchia è ovviamente davanti a loro ma che, in alcuni casi, sta rendendo anche molto al di sotto del previsto. Perché allora rinunciare subito e mandarli via, piuttosto che esaltare ulteriormente con loro il concetto di gioventù? Pioli ha sicuramente i suoi buoni motivi e la sua idea di gestione ma se davvero i tre sono "validi", come ci viene spesso ripetuto, sarebbe un peccato veder fare loro la stessa fine del povero Lo Faso, sceso in campo appena una volta nella passata stagione.


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