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Ce ne è voluto di tempo, ma alla fine, il tanto attendere è valso veramente la pena? Vista l’ultima performance del tridente offensivo della Fiorentina parrebbe di sì. Nonostante Arthur Cabral sia rimasto a secco contro il Milan, un altro suo collega di reparto, arrivato soltanto poche settimane prima di lui a Firenze, si è (ri)messo in mostra contro i Campioni d’Italia. Eh già, Jonathan Ikoné, quando ha voglia ed è in serata, sprigiona un talento da pochi eguali.

E se ci aggiungiamo anche le due sgroppate che hanno poi condotto ai gol serviti per affossare il Milan, allora il posto del francese nell’undici di Italiano è più che assicurato. È vero, già qualche mese fa, precisamente in quel lasso di tempo fra ottobre e novembre scorso, si era parlato di un Ikoné finalmente trovato, a suo agio, dopo tanti mesi, nello schema tattico di Italiano. Ma se il rientro post-Mondiale lo aveva visto scavalcato da Saponara, a partire dalla sfida del ‘Bentegodi’ Italiano ha capito di averlo (ri)trovato.

Ma un tridente è composto da tre persone. E la terza si rintraccia nel giocatore forse un po’ meno in luce rispetto ai due acquisti della sessione invernale 2022, ma lo stesso imprescindibile per la sua qualità e i suoi generosi sforzi in campo. Nico Gonzalez, dal canto suo, e a differenza di Cabral e Ikoné, non è mai stato messo in dubbio dall’allenatore e chiude alla perfezione un trio che può finalmente dirsi il più completo per la formazione di Italiano.

Ikoné + Cabral + Gonzalez = la formula vincente per una Fiorentina che da più di un anno stava aspettando risposte da un tridente troppe volte sterile. E se a questi tre ci aggiungiamo il sempre utile contributo dalla panchina di Saponara, la duttilità di Kouamé, la tecnica di Jovic e i recuperi di Sottil e Brekalo, Italiano potrebbe avere qualche genuino mal di testa nella scelta, anche se sempre diversa, dei tre su cui puntare per continuare a trovare la porta con continuità. Il tridente ideale è stato individuato, adesso tocca ai suoi interpreti (e al suo burattinaio) farlo funzionare a meraviglia.

"A Jovic e Cabral servivano più spazi per incidere a suon di gol. Adesso ci sono impegni facili sulla carta, ma..."
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