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L’umore sta tornando ad essere non ideale. In curva, tra i tifosi, nel cuore pulsante viola, la ‘pace’ sembra terminata, un po’ per i risultati, molto per il rapporto con la proprietà ‘mai’ chiarito. Si pensava ad un confronto, ad un faccia a faccia onesto, ad una chiacchierata per dirsi in modo definitivo e corretto un po’ di cose. Niente di tutto questo. Qualche contatto, qualche passo in avanti c'è stato, ma mai una data, mai un vero e proprio incontro. E allora avanti così, anche perché le due parti, dal punto di vista dei rispettivi pensieri, sembrano abbastanza lontani. Anche se nel calcio, spesso e volentieri, basta poco per trovare punti d’intesa.

Rimane la squadra, l’ennesima annata che al momento sembra di transizione. Con Bologna, Juventus e Sassuolo nel mezzo e due gare su tre fuori casa. Duecentosettanta minuti decisivi, o comunque importanti per non staccarsi dal treno europeo. Lo diciamo subito, perché ci siamo informati: Pioli non rischia, almeno per il momento. Anche se questa serie non dovesse andar bene. Alla società piace il suo calcio, piace il suo equilibrio, piace la pacatezza che ha nelle dichiarazioni e all’interno dello spogliatoio. Alla gente, al tifosi medio, non piace la sua ‘normalità, il suo poco coraggio, la sua poca inventiva. La verità è che, punto più, punto meno, la classifica della Fiorentina è in linea rispetto ai programmi. E comunque è ancora troppo presto per dare giudizi definitivi.

Rimane, appunto, lo stadio e la squadra. Alcuni giocatori devono e possono dare di più. Lo sanno i tifosi, lo sanno loro stessi. Sono stati acquistati per determinare, non lo stanno facendo. Se dovesse andar bene a Bologna, nel derby dell’Appennino, dal punto di vista del tifo e del clima, quella contro la Juventus potrebbe diventare una partita ancor più particolare. La contestazione potrebbe tornare ad affiorare e questa volta potrebbe riguardare non soltanto la proprietà ma anche la dirigenza, i giocatori, l’allenatore. Nessuno escluso, perché tutto si può dire tranne che Firenze e i suoi tifosi non abbiano, in questi mesi, cercato sempre e comunque di stare vicino alla Fiorentina, anche se il progetto e gli obiettivi non convincevano, anche se il rapporto con la proprietà non c’era più. Ma c’erano motivi più alti e più nobili per esserci.

Adesso torna a contare il campo, i risultati, le cose che si vedono la domenica allo stadio. E da un mese a questa parte, davvero, certe partite non possono bastare a mettere tutti contenti, a creare un clima migliore. La Fiorentina, da qualche anno a questa parte, sta sempre scendendo di uno scalino. Quest’anno un fatto del genere non può ripetersi, i viola non possono permetterselo, dopo le promesse di un obiettivo europeo e di un mercato che tornerà finalmente a far lievitare anche il monte ingaggi. Siamo lontani, ancora, dalla Fiorentina che i tifosi sognano. Ma soprattutto dalla Fiorentina che i Della Valle hanno dimostrato di saper costruire nei primi anni in riva all’Arno.


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