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Sì, lo ha detto il dg della Fiorentina Joe Barone nell’intervista a DAZN nel pre-partita di ieri sera contro la Roma: “Nico Gonzalez e Amrabat non sono in vendita, abbiamo programmato tutta la stagione”. Parole importanti per l’ambiente viola, che a metà del mercato invernale temeva di poter perdere due pedine fondamentali per la rosa di Vincenzo Italiano. I due resteranno, dunque, nonostante le importanti offerte arrivate. Adesso servirà recuperare l’argentino al 100% e il più presto possibile, perché la rincorsa all’Europa adesso si fa veramente difficile. Ci sono ancora Conference League e Coppa Italia, ma se l’obiettivo del club viola è fare meglio dello scorso anno (come è stato sempre detto), in Serie A siamo in alto mare.

Ma torniamo alla programmazione. Una parola che sicuramente un’altra volta la avevamo sentita pronunciare a Barone durante la sua avventura viola e non fu propriamente fortunata. Dopo pochi giorni dall’arrivo di Gattuso disse: “Queste prime ore con lui sono bellissime, di programmazione per la squadra”. Ma ricordi amari a parte, di programmazione in questi ultimi mesi di Fiorentina ne abbiamo vista un po’ poca. O almeno così dicono i risultati e le prestazioni in campo.

Prendiamo in considerazione i giocatori che la società viola ha acquistato a titolo definitivo nell’ultimo anno e con cui, dunque, si presuppone il club voglia guardare al futuro. Partendo dallo scorso gennaio abbiamo Jonathan Ikoné e Arthur Cabral, arrivati a Firenze da Lille e Basilea per circa 30 milioni complessivi. In estate, invece, alla corte di Italiano sono giunti Dodô dallo Shakhtar per 14,5 milioni più 3,5 di bonus e Rolando Mandragora dalla Juventus per 8,2 milioni più 1 di bonus. Altri 27 milioni circa. Menzione anche per Luka Jovic, che però è arrivato a titolo gratuito, oltre ad Antonin Barak, il quale prestito con diritto di riscatti potrà diventare obbligo a fine stagione.

Tornando ai titoli definitivi: tra questi, mese più o mese meno di permanenza alla Fiorentina, si fa fatica a trovare un giocatore che abbia trovato continuità con la maglia viola e convincendo sul piano del gioco. Di questi, tre non avevano mai messo piede in un campionato difficile come quello italiano, dimostrando di avere buone doti in contesti completamente diversi. Dodo, Ikoné e Cabral avevano già giocato le coppe europee, ma anche in Conference League i tre non hanno spiccato. C’è poi Mandragora, sostituto non naturale di Torreira, lanciato come regista in un gioco come quello di Italiano nel quale la sua figura dovrebbe essere centrale. Dovrebbe appunto, perché fino ad oggi l’ex Torino non ha mai spiccato, rimanendo piuttosto nel limbo della sufficienza.

In estate si è scelto di liberarsi di due giocatori come Odriozola e lo stesso Torreira, profili con cui Italiano era già abituato a lavorare e dei quali avevamo visto le limpide qualità, per andare a investire su altri profili che ad oggi non hanno fatto bene quanto i predecessori. Tornando poi allo scorso anno, viene da chiedersi se la Fiorentina avesse programmato o meno la stagione con un certo Dusan Vlahovic oppure no. Le cifre di cui si parla per Nico e Amrabat, al netto della loro importanza nella squadra (siamo sicuri paragonabile a quella del serbo lo scorso anno?), potrebbero essere più basse in estate visto il rendimento generale della Fiorentina. In fondo fu il motivo per cui la Fiorentina cedette Vlahovic, visto un rinnovo che non s'aveva da fare.

Un mercato che ci servirà per capire cosa davvero questa società voglia fare con la sua squadra nel prossimo futuro, magari con qualche innesto adatto al gioco viola. Attendiamo le mosse, sperando che la programmazione cominci ad essere veramente concreta. Perché ad oggi se n’è vista poca.

Da queste parole non si può tornare indietro. Ma sono solo un punto di partenza
"Abbiamo già programmato la stagione con loro, lo confermo tutt'e due i giocatori non sono in vendita". Sono queste le ...

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