Bove: "Ho sottovalutato il defibrillatore, ma ho deciso di metterlo per la mia sicurezza. Farò visite per capire se ci sarà la possibilità di toglierlo"

Al BSMT di Gianluca Gazzoli, Edoardo Bove ha parlato della decisione presa con il defibrillatore dopo il suo malore in Fiorentina-Inter e sulle prossime decisioni che dovranno essere prese sullo strumento. Queste le sue parole: "Una cosa elettrica, il cuore si ferma. Alla fine uno è dipendente da chi ti cammina accanto perché se ti succede per strada, trovi quello che sa fare un corso di primo soccorso ti salvi, altrimenti no. Nella tragedia, stavo al posto giusto al momento giusto. La cosa che fa riflettere è quando i dottori ti dicono: ‘ti sarebbe potuto accadere in qualsiasi momento’. È una lunga giornata, una settimana. A me è accaduto nel momento di una partita… sono una serie di dinamiche per cui mi sento fortunato. Inizialmente sono stati tutti negativi. Io sono una persona che preferisce sapere le cose come stanno, poi reagisco io.
Quindi inizialmente è stato così, poi con visite e accertamenti si capisce meglio la situazione. Quando ti danno un certo tipo di notizie, ti crolla il mondo addosso. C’è stato un tentativo nel capire cosa era successo. La cosa migliore era mettere questo salvavita per stare più tranquillo. Ho deciso di metterlo. Mi hanno dato un certo tipo di garanzie. Mi hanno provato a spiegare com’era la vita di una persona col defibrillatore. L’ho sottovalutata, dicevo: ‘Che sarà mai? Sarà una macchinetta. Invece la senti. Sento che c’è qualcosa dentro di me, non dico di estraneo perché ci sto creando un rapporto, ma quando dormi su un lato, quando fai un movimento o all’aeroporto, dove almeno la cosa figa è che c’hai una corsia preferenziale per saltare la fila. Ma mi hanno chiesto di alzare la maglietta e quella cosa mi è rimasta come cosa. Stavo con un mio amico ed eravamo tutti gasati di aver saltato la fila. Io sotto al metal detector non posso passare perché c’è il rischio che il campo magnetico crei disfunzioni. Loro: ok, ma a parte le perquisizioni ti toccano lì… non dico che ti senti un narcotrafficante, però sì.
Mi hanno detto che va cambiata la batteria ogni 8 anni, sei anche dipendente. Ti devono aprire. Adesso devo solo fare i dorsali a destra per pareggiare… è un argomento che tuttora sto approfondendo. Sto cercando di capire. Ormai non il defibrillatore non ti consenta di fare un certo tipo di sport, in sport di non contatto puoi avere il certificato. Dipende anche dalla patologia. In Italia per ora non è consentito. Quindi nel caso in cui mantenessi il defibrillatore non potrei giocare in Italia, è più di legge che cosa medica. All’estero firmi e ti prendi la responsabilità. Tenerlo o meno? Avrò visite importanti che mi diranno se ci fosse la possibilità di toglierlo e cosa dovrei fare. Non mi precludo niente. Naturalmente poi la cosa più importante, posso fare quante visite voglio, ma è la mia salute e tranquillità mentale la cosa più importante. Se non mi sento sicuro senza defri… possiamo stare qua a parlare per ore. Ognuno ha le proprie considerazioni, è anche un pesare cos’è per te il vivere. Se giocassi al campetto con gli amici, sarebbe la stessa cosa".