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Le vittorie mettono tutti d'accordo e fanno dimenticare quelle che, alla vigilia, erano state le discussioni in merito alle scelte dell'allenatore. In Fiorentina-Juventus, ad esempio, aveva sorpreso la presenza di Pablo Mari e l'esclusione di Comuzzo, ma al netto del singolo caso quello delle rotazioni in difesa da parte di Palladino è un tema da sviluppare.

Uno scenario cambiato radicalmente

Se nella prima parte della stagione, anche per mancanza di alternative valide, la titolarità di Comuzzo e Ranieri non è mai stata in discussione, il discorso è radicalmente cambiato negli ultimi due mesi. E cioè da quando è arrivato Pablo Mari e soprattutto da quando Pongracic, fino ad allora desaparecido, è tornato a disposizione dando anche delle discrete sicurezze.

Ranieri non si tocca, ma accanto a lui la ruota gira

Ecco quindi che Palladino, con il ritorno alla difesa a tre, ha scelto una strada ben precisa: capitan Ranieri non si tocca, ma accanto a lui la ruota gira. Comuzzo, Pongracic e Pablo Mari si giocano due posti e, praticamente ogni domenica, uno dei tre a rotazione resta fuori. Il classe 2005 dunque non è più imprescindibile, perché l'allenatore si fida anche di Pongracic (che, ricordiamolo, era arrivato con le stimmate del titolarissimo) e di Pablo Mari, che ad eccezione della gara di Verona ha dato comunque delle buone risposte.

La (non) scelta di Palladino

Dalle difficoltà dei primi mesi, dunque, si è passati all'abbondanza in difesa e Palladino ha deciso di non stabilire gerarchie. C'è chi storce il naso sostenendo che gli equilibri della difesa sono delicati e vanno toccati il meno possibile, c'è invece chi apprezza la possibilità di schierare in egual modo elementi diversi. Dovrà essere bravo il tecnico della Fiorentina a fare le scelte giuste in base alla tipologia di partita e alla condizione degli interpreti, perché in certi casi la critica è dietro l'angolo. Soprattutto quando resta in panchina chi, solo pochi mesi fa, era stato richiesto da una squadra che lotta per lo Scudetto. 

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