Le NOSTRE PAGELLE: Terracciano è un pianto greco, Fagioli incide ma gioca meno di Mandragora. L'approccio, i cambi e la comica meritocrazia di Palladino

TERRACCIANO: 4 Tre come i gol presi e come i mesi di inattività alle spalle, più uno per il tuffo plastico. Era il dibattito della vigilia, a ragione visto l’andamento del match. Non funziona la parata laser sul primo gol di Swiderski, imbolsita la respinta corta sul tiretto di Djuricic, che causa il raddoppio di Maksimovic. Sul terzo gol di Tete ha meno colpe ma non è certo un gatto.
MORENO: 5 Si fa notare per un bell’anticipo a fine primo tempo ma soprattutto per la zampata del 2-3, illusoria però visto il fuorigioco. Anche dal suo lato l’aspirazione sarebbe quella di accompagnare la giocata: d’altronde questo era il suo ruolo in Argentina. Nel finale rischia un’altra follia stile Napoli con un’entrata in ritardo ma fuori area.
COMUZZO: 5 Un po’ troppo frettoloso in alcuni disimpegni, impreciso col pallone come quando consegna un pallone a Djuricic sulla trequarti. Peccato per il palo, aveva sfiorato il primo gol in viola e propiziato la rete annullata di Moreno.
RANIERI: 6 E’ il centrale deputato a spingere ed accompagnare palla al piede, non con gradi risultati per la verità. Si rende pericoloso però su un paio di corner, in particolare nella ripresa dove Dragowski cattura una sua sponda ravvicinata.
DODO: 5,5 La sua fetta di colpe sul primo gol ce l’ha anche lui, quando lascia giocare il pallone a Djuricic, prima dello scambio vincente tra Maksimovic e Swiderski. Bello l’assist per Kean, cerca qualche sgroppata ma senza grande ispirazione.
MANDRAGORA: 5 Da febbraio è l’intoccabile di Palladino. Si mangia un gol che grida vendetta, con un tiro a zero all’ora a porta vuota. Cerca qualche pallone in verticale che spesso finisce a Dragowski, pressoché nullo nella ripresa.
FAGIOLI: 6,5 E un po’, un bel po’, di differenza finalmente la comincia a fare, se pur in una gara anche di errori. Si crea prima una super occasione e poi trova il gol del momentaneo 2-2. Ha testa e piedi per dare genialità, potrà offrire qualcosa di nuovo in gestione del possesso, se la Fiorentina lo vorrà praticare. 75’ Parisi: 5,5 Impiegato in un astruso e nuovo ruolo, di mezz’ala.
RICHARDSON: 4,5 Cosa sia ancora non si sa, di sicuro si continua a vedere la solita fuffa fumosa, fatta di tocchettini delicati e contrasti scansati. Cerca la giocata di fino ma non gli riescono neanche quelle grezze. 60’ Cataldi: 5,5 Cerca subito la verticalizzazione per Kean, si fa beffare sul dribbling nell’azione del palo di Djuricic.
GOSENS: 6,5 Primo tempo a cento all’ora, con tanta spinta e due assist per Beltran e Fagioli. Travolto anche lui dalla ripresa indecorosa della squadra viola ma se non altro un tempo, a differenza di altri, lo gioca.
BELTRAN: 6,5 Nella fase clou del match viola è tra i migliori. Il gol di testa che rompe il ghiaccio e anche una serie, inusuale, di azioni personali anche efficaci. Poi alla lunga compare, un po’ come i compagni. 75’ Gudmundsson: 5 Probabilmente chiude con zero palloni toccati.
KEAN: 5 Spreca di testa l’occasione del 2-3, crea di caparbietà l’azione di Mandragora. Poi tanti fuorigioco e palloni persi, non è certo la sua serata migliore.
PALLADINO: 4 Aveva parlato di approccio e celebrato Terracciano (lanciato per quello strano concetto di meritocrazia): dopo 20 minuti la Fiorentina è sotto di due reti, con gravi responsabilità del portiere. Poi una grande reazione che però si arresta al 45’. Nel secondo tempo la Fiorentina cerca di difendere prima il 2-2, poi il 3-2: una roba che non si può vedere. E nel finale la ciliegina dei cambi, con l’uscita dei due più pericolosi: Fagioli e Beltran. Questo non-calcio, questo approccio sempre ricorrente non può avere futuro.