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TERRACCIANO, 6.5: inoperoso per quasi tutta la partita, si fa trovare pronto con una parata per niente scontata sulla deviazione volante e ravvicinata di Hien. Più semplice quella sul piazzato di Scamacca, ottima l’uscita con cui anticipa l’attaccante neroazzurro evitandone il facile tap in. 

KAYODE, 6: al 24’ traccheggia e manda in porta l’Atalanta, ma Mandragora si immola per lui. Francamente però è l’unica vera sbavatura della sua partita, che lo vede offrire la consueta spinta sul fronte offensivo e svolgere con diligenza il lavoro di copertura.

MILENKOVIC, 6: si perde completamente Hien sul calcio d’angolo, ma lo salva Terracciano. Nel complesso però risulta attento e concentrato, e non era scontato dopo la prestazione horror di appena quattro giorni fa. 

RANIERI, 6.5: quel gol sulla sponda di Belotti era più facile da segnare che da sbagliare, peccato davvero. Ma il suo ruolo è il difensore e lo svolge bene, con la consueta grinta, mettendoci più di una pezza nei concitati e sempre pericolosi minuti finali. 

PARISI, 6.5: premessa fondamentale, giocare contro l’Atalanta dopo una serie infinita di bocciature non è facile né tatticamente né psicologicamente. Nella ripresa rischia di combinarla grossa quando per tenere un pallone in campo innesca il contropiede avversario, costringendo Mandragora a spendere il giallo. Ma col passare dei minuti cresce, partecipando alla manovra offensiva (palla deliziosa per Nico Gonzalez tra le linee) e nel finale tiene botta compiendo un paio di chiusure fondamentali. 

MANDRAGORA, 7.5: i segnali di una grande serata si erano visti subito, un po’ per l’atteggiamento un po’ per il coraggioso intervento con cui si immola sul tiro a botta sicura di Koopmeiners. Una prestazione eccellente impreziosita dal gol, bellissimo davvero, che permetterà alla Fiorentina di andare Bergamo con due risultati su tre a disposizione. 

BONAVENTURA, 6.5: si vede poco a tratti, ma si sente tanto. Tutta la leadership di Jack al fianco di Mandragora, ruolo che ormai si è cucito perfettamente addosso. 

NICO GONZALEZ, 6.5: nel primo tempo una palla deliziosa ma appena lunga per Belotti e un sinistro sbilenco dopo una cavalcata delle sue. Cresce in quanto a pericolosità nella ripresa, quando solo uno strepitoso Carnesecchi gli nega il gol per ben due volte.  

BELTRAN, 6: nel primo tempo impegna Carnesecchi al termine di un flipper dentro l’area. Per il resto è la solita prova di corsa, lotta e sponde, lavoro che oggettivamente ha ormai imparato a fare molto bene. 
76’ ARTHUR, 5.5: venti minuti in cui perde un pallone velenoso e ne tocca pochi altri. Se non al cento per cento, forse è più rischioso inserirlo nei finali di partita che dal primo minuto. 

KOUAME, 6: tanta buona volontà, lotta su tutti i palloni ed è un punto di riferimento costante per i suoi compagni. Peccato per l’ultima giocata che di fatto gli manca sempre, ma è lecito pensare che sia ancora molto lontano dalla migliore condizione. 

BELOTTI, 6: dobbiamo metterci d’accordo e decidere quanto far pesare i gol, o meglio i non gol, sul suo giudizio. Perché dentro l’area è ancora una volta poco lucido (a volte anche un po’ sfortunato), ma fuori è un gladiatore indomabile che lotta fino all’ultimo secondo della sua partita. La sufficienza come giusto compromesso. 84’ IKONE’, s.v.

ITALIANO, 7: spiazza tutti escludendo Biraghi a favore di Parisi, ma soprattutto non schierando di nuovo Arthur. Al suo posto però rispondono benissimo Mandragora e Bonaventura, così come Kouame che pur non al cento per cento riesce a dare più garanzie di Ikoné e Sottil. Le scelte stasera lo premiano, ma semplicemente quella della Fiorentina è stata una lezione di calcio all'Atalanta. Una delle squadre più in forma del campionato. 


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