D’Agostino a FN: “Fagioli la scelta sbagliata di Thiago Motta, Firenze gli ha dato nuovi stimoli dopo il problema scommesse. Mi aspetto turnover col Celje, non col Parma. E De Gea..."

Dopo il pareggio di Milano, parte una nuova settimana per la Fiorentina che tornerà ad essere impegnata nel doppio fronte di Campionato e Conference League. Per fare il punto della situazione, a partire dal momento splendido di Nicolò Fagioli, FiorentinaNews.com ha sentito il parere di Gaetano D’Agostino, ex giocatore, tra le altre squadre, di Fiorentina, Roma ed Udinese.
Il pareggio di Milano è più un punto guadagnato o due persi, per la Fiorentina, nella corsa all’Europa che conta di più?
“Secondo me due punti persi, non per la prestazione che è stata ottima, ma per la mancata cura dei particolari. Il Milan ha tentato la rimonta in maniera disordinata, soltanto per forza d’inerzia; quindi, la Viola non doveva farsi schiacciare, calando d’intensità. Dopo aver realizzato due grandi gol, non di certo venuti a caso, ha dato modo di far trovare al Milan stimoli e fiducia, nonostante i rossoneri siano in difficoltà da tutta la stagione. Se gli concedi campo, poi loro hanno tantissimi singoli in grado di fare la differenza”.
È arrivata da poco, ma già brilla luminosa la stella Nicolò Fagioli nella Fiorentina. Ha sbagliato la Juventus a disfarsene così a cuor leggero?
“È stata senza dubbio una scelta sbagliata di Thiago Motta a gennaio; anche se Fagioli, dopo il problema delle scommesse, aveva forse bisogno di stimoli nuovi ed è arrivato in una grande realtà. La scelta gigliata è stata, invece, azzeccatissima”.
Ti rivedi un po’ nelle caratteristiche del centrocampista gigliato?
“In generale no o, meglio, sì nella buonissima tecnica, ma non nel modo di giocare. A lui piace di più tenere palla, io invece giocavo ad uno o due tocchi. Però siamo entrambi dei giocatori molto tecnici e funzionali, cioè la nostra tecnica non è fine a sé stessa, bensì utile alla squadra”.
Ora la sfida con il Celje, squadra slovena, e poi il Parma in campionato: in quale dei due confronti ti aspetti un maggior utilizzo del turnover?
“In campionato non te lo puoi permettere, forse in Conference perché l’avversario è più debole. Ma nel doppio confronto in cui ti giochi la semifinale di una competizione internazionale non puoi esagerare neanche lì con i cambiamenti. Giocherà chi darà maggiori garanzie al tecnico”.
La Fiorentina ha fatto molti più punti con le big, rispetto che davanti a compagini oggettivamente meno forti. Palladino e la squadra avranno imparato la lezione in queste ultime gare della stagione?
“Ora troverà squadre ancora più chiuse, perché in piena lotta per salvarsi, ed altre più tranquille che non dovranno chiedere più niente alla stagione. La Fiorentina se la caverà meglio con squadre con maggiore blasone, perché se la giocano a viso aperto. Non sarà questo il caso del Parma, che arriverà ancora più agguerrito dopo il pareggio ottenuto in rimonta contro la squadra più forte del campionato. Un risultato del genere ti dona energia e stimoli. Non dimentichiamoci però che la Fiorentina, per me, è tra le 5-6 squadre più forti della Serie A; quindi, le partite da qui in avanti non saranno dure solo per la Viola, ma anche per chi dovrà incontrarla”.
Chiudiamo con De Gea. Ti aspettavi questo rendimento da lui, quando è arrivato in Italia?
“Come valore del portiere ti direi di sì, ma dopo l’anno di inattività ti direi di no, considerato che si doveva mettere in gioco anche in un campionato del tutto nuovo. E se dopo esser stato fermo così a lungo offri un rendimento del genere, vuol dire che sei davvero fortissimo, anche mentalmente”.