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Le parole di oggi di Vincenzo Montella di fatto sono la prima vera dichiarazione dell'ex tecnico dopo l'esonero e il secondo addio alla Fiorentina. E l'aeroplanino se l'è presa neanche troppo indirettamente con quanto gli era stato costruito e messo a disposizione: la sua seconda avventura ha segnato il passaggio epocale dai Della Valle a Commisso ma in entrambe le finestre, il suo score sul campo ha lasciato a desiderare. Responsabilità di sicuro da condividere, in gran parte proprio con quel ds che nel 2012 l'aveva chiamato a Firenze.

Il 4-3-3 montelliano di fatto è stato sventato dalla sua stessa dirigenza che due anni fa costruì una squadra per quel modulo, salvo poi puntare su esterni (Dalbert su tutti) inadatti alla difesa a 4. Senza considerare un attacco che era privo di centravanti pronti. Anche peggio è andato dopo un anno, con la cessione, in-sostituita, di Chiesa e l'arrivo di parametri zero (tolto Quarta), per non parlare del non-mercato di gennaio. Una serie di mosse la cui logica resta avvolta nel mistero e che di fatto una parte della ragione a Montella la danno, anche al netto del suo rendimento deludente.


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