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29 agosto 2024, Puskas Akademia-Fiorentina: al minuto numero 8 Marin Pongracic viene ammonito per un fallo piuttosto banale. Quello non fu un giallo come un altro, bensì fu la quarta ammonizione ricevuta dal centrale croato, in quella che era appena la sua terza partita (peraltro appena iniziata) con la maglia viola addosso. Alzi la mano chi, in quel momento, non ha rimuginato sull'aver scelto proprio lui come sostituto di Milenkovic.

E invece, ora, alzi la mano chi avrebbe creduto in una sua rinascita. Non appena ha avuto modo di ambientarsi, Pongracic si è ritagliato uno spazio importante nella difesa della Fiorentina, e i numeri sono assolutamente dalla sua parte: dopo un periodo di infortunio (non meglio specificato) che lo ha tenuto lontano dai campi, Palladino lo inserisce a sorpresa nella formazione titolare contro la Lazio all'Olimpico. Da lì, Lazio compresa, Pongracic gioca 9 partite e ne vince 6, inanellando prestazioni convincenti l'una dopo l'altra e non sbagliando praticamente nulla, eccezion fatta per l'autogol contro l'Inter a San Siro, se di errore si può parlare. Un altro numero ben più indicativo, però, lo si nota quando si vedono le partite dove Pongracic non ha giocato: il croato nel 2025 ha saltato 5 partite, e la Fiorentina ne ha perse 4, raccogliendo invece solo un pareggio contro il Torino.

Un attestato all'importanza che ormai ricopre nei tre di difesa, confermata anche contro la Juventus: in una partita dove è vero che l'avversario non abbia brillato offensivamente, va comunque reso merito al croato di aver raccolto statistiche importanti come 3 rinvii, 3 contrasti vinti, 4 duelli aerei vinti e il 92% di passaggi riusciti. La “marcia in più" di Pongracic sta proprio nella sua abilità col pallone tra i piedi, avendo un impressionante 89% di dribbling riusciti in stagione e una media di 6 passaggi lunghi a partita, rendendolo di fatto uno dei difensori più creativi del nostro campionato. L'averlo alleggerito di compiti prettamente difensivi, affiancandolo ad una coppia di difensori più “vecchio stile” quali Comuzzo (o Marì) e Ranieri, lo ha definitivamente consacrato nell'undici iniziale viola: la cura Palladino ha decisamente funzionato con lui.

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