Qual buon vento porta il Gila nel nostro convento? Dalle differenze tattiche con Italiano all'intermediazione di Moggi: perché Gilardino è più di una suggestione per la Fiorentina
Che Vincenzo Italiano non sarà più l'allenatore della Fiorentina, ormai è certo. Così come il fatto che la società è già al lavoro per trovare il sostituto (termine antipatico da usare, ma questa è la verità). Uno come lui, d'altronde, sarà difficile, forse addirittura impossibile, da ritrovare. (Non che il club lo avesse realmente trovato, a dire il vero, visto che era la seconda scelta dell'attuale disoccupato Gattuso). Ma discorsi e competenze dirigenziali a parte, ciò che ci interessa è il futuro della panchina viola.
Gilardino all'orizzonte? C'è una grande differenza tattica con Italiano
Dopo le voci insistenti su Raffaele Palladino, ora è il tempo di quelle su Albertino Gilardino, ex giocatore viola, molto legato a Firenze. E il Gila, in Toscana, probabilmente ci tornerebbe anche di corsa, vista la grande possibilità di sedere su una panchina come quella gigliata. Prima, però, c'è da capire quale profilo sarebbe il più adatto per dare seguito al capo-lavoro dei tre anni di Italiano. L'attuale tecnico del Genoa, innanzitutto, raramente ha impiegato la difesa a quattro in questa stagione, ricorrendo piuttosto alla duttilità del proprio pacchetto arretrato. Perso a gennaio un pilastro come Dragusin, il Gila si è affidato all'esperienza di Bani e Vasquez insieme alla gioventù di De Winter e Spence.
Come il Gila ha trovato l'oro di Genova
Per quanto riguarda, invece, il reparto avanzato, l'oro di Gilardino a Genova è stato rinvenuto quando Gudmundsson è letteralmente esploso e Retegui ha iniziato a pensare alla chance concreta di rappresentare l'Italia all'Europeo. Due attaccanti che, ad ogni modo, l'attuale Fiorentina si sogna, letteralmente. Inoltre, anche sugli esterni, il Genoa adotta un approccio nettamente diverso rispetto alla Viola. Tant'è che, spesso e volentieri, i rossoblù hanno giocato senza veri e propri esterni di fascia. I risultati, d'altro canto, Gilardino ha iniziato a trovarli quando Martinez ha chiuso la saracinesca, dunque implementando un calcio con baricentro basso che sa sfruttare le caratteristiche tecniche degli uomini più offensivi (Malinovsky e Frendrup, per fare due nomi).
La “realtà” dietro all'interesse per Gilardino
Dunque, non si venga a sbandierare più di tanto che la dirigenza sta cercando un profilo di continuità con l'attuale allenatore viola. Piuttosto, la realtà ci sembra dire che Pradé e Ferrari stanno sondando i profili più vicini ai discorsi fra procuratori che sono passati spesso dalle parti di via Pian di Ripoli. Nel caso di Gilardino, Alessandro Moggi, agente vicino al compianto Barone, che proprio nella sessione di mercato invernale, aveva provato a portare a Firenze alcune delle sue “intermediazioni”. Ruben Vargas dell'Augusta, per citarne uno. Lo stesso Moggi - per ricordare un'altra trattativa - che, lo scorso agosto, aveva conciliato l'affare Beltran dall'Argentina; così come ha seguito, e segue tutt'ora, l'evoluzione della vicenda contrattuale di Gonzalez, “aperto a nuove esperienze professionali”, come emerso nelle ultime ore.