Ci avete detto tante cose, poi ha parlato il campo...
Ci avete detto tante cose, poi ha parlato il campo... Tra conferenze, interviste, interventi, tante cose sono state dette su questa Fiorentina. Ci avete detto che sul mercato non si poteva fare di più, e alla decima partita della stagione ci ritroviamo con un sacrificato Amrabat (anche ieri sera forse il migliore) al centro della difesa.
Ci avete detto che il quarto centrale era Ranieri, che lo volevate tenere e che puntate su di lui, ma a Moena si è presentato con una settimana di ritardo, era ai margini della rosa, vicino alla cessione e, quando siamo in emergenza in difesa, gli viene preferito un giocatore fuori ruolo. Ci avete detto che Cabral e Jovic vanno aspettati, ed è vero. Ma l'attesa sta facendo male a una Fiorentina che non segna più. Prima Kokorin, Piatek e Cabral, poi il brasiliano e l'ex Real Madrid: vero che il vuoto lasciato da Vlahovic era enorme, ma qualcosa è andato storto. Ci avete detto, anzi ce lo avete fatto capire, che puntavate su giovani come Bianco, con un rinnovo firmato fino al 2026, e di lui ancora nessuna traccia.
Ci avete detto che Torreira non vi manca, ma da quando non c'è più lui il gioco da questa squadra è magicamente sparito. Che il suo addio era legato alle richieste del suo procuratore e dell'Arsenal, salvo poi essere ceduto per 6-7 milioni al Galatasaray. Il perché non se lo domanda nessuno. Tutti a quanto pare ce l'hanno con la Fiorentina. Intendiamoci, Amrabat non sta facendo assolutamente male, anzi uno dei migliori di questa squadra. Il problema è che sono due giocatori diversi. Totalmente. Pere e mele sono frutti, ma non sono la stessa cosa. Se poi si parla di aumento della valutazione e del fatto che si è evitata una minusvalenza del marocchino... Allora vabè, sono tutte parole al vento. E che forse sotto quel caos scoppiato il giorno dopo la qualificazione in Conference, qualche motivo c'era.
Ci avete detto tante cose, poi il campo ha parlato. E la sentenza è ad oggi amarissima. A Moena si parlava ingenuamente, addirittura, di Champions League. A pensarci adesso, sembra di parlare della Luna. Non sono stati risolti tanti problemi di questa rosa: il quarto difensore che se ne va l'ultimo giorno di mercato, l'evidente problema dei terzini arginato solo con l'acquisto di Dodô, un dualismo in porta che non sta dando i frutti sperati... Toccato il fondo, non si può far altro che rialzarsi e la disfatta di Istanbul forse rappresenta il punto più basso raggiunto dalla squadra dalla stagione 2020/21.
Serve cambiare, il capire come, è cosa ardua. Italiano ha le sue colpe, ma non tutte e di stabilire le percentuali di colpevolezza a dieci partite dall'inizio della stagione, non è il caso. Serve uscirne, il prima possibile. La sosta può dare una mano, i recuperi di giocatori fondamentali anche. Le evidenti mancanze in questa rosa rimangono. E con tre competizioni sulle spalle, l'errore non è da poco. Non è assolutamente da poco.