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I tre assist (o due e mezzo) contro la Sampdoria ci hanno fatto vedere un Luka Jovic diverso dal solito. Più proficuo in versione rifinitore che non come finalizzatore prescelto, considerando anche il fatto che la seconda versione alla Fiorentina è durata giusto il tempo di qualche settimana. Il Jovic ‘lavoratore’, che si sporca le mani, mettendosi al servizio dei compagni, è ben diverso dalla controfigura che Firenze (giustamente) non ha saputo apprezzare.

Badate bene, non lo stiamo di certo paragonando all’Amrabat di turno, che corre per due e recupera anche i capelli persi dai compagni in campo. Ma se l’ex Real si mette in testa che può risultare decisivo anche senza essere necessariamente lui quello che la butta in rete, allora il suo ruolo all’interno della Fiorentina può prendere tutta un’altra colorazione. Perché - diciamocelo - lo Jovic ultra-raffinato, che ci delizia con le sue carezze al pallone, con i suoi scavetti roccocò e con quella supponenza di chi ha già assaggiato l’erba del Bernabeu, ci aveva abbastanza stufato.

Pensare, invece, di avere in rosa un talento (perché è ciò di cui stiamo parlando) che sa indossare gli umili abiti da operaio per risolvere i compiti più scomodi, può tornare davvero di comodo a Vincenzo Italiano. Soprattutto finché la questione gol sarà gestita in modo efficiente da Cabral & Co., ossia da giocatori (forse) meno pretestuosi ma capaci di garantire quell’apporto necessario per portare a casa le partite. E dato che in queste ore si sta parlando di una possibile permanenza del serbo a Firenze, ecco che la sua ultima versione, quella “ammirata” contro il Doria, potrebbe essere più pratica delle tante viste finora che avevano fatto storcere più di un naso ai tifosi fiorentini.

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