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Sul Corriere Fiorentino il giornalista Ernesto Poesio ha espresso il suo pensiero sull'addio di Giancarlo Antognoni. Questo parte di quanto si legge sul quotidiano:

"Il passato come risorsa per il futuro, se il concetto può valere (e bene) nel marketing, più difficile è quando si ha a che fare con le persone. Non «bandiere immobili», ma ponti con le realtà in cui, acquistando un club, le nuove proprietà (sempre più spesso straniere) sarebbero tenute a confrontarsi. Ma nella logica del business, di ponti è sempre meglio averne pochi. Per poter tirare dritto, senza sentimentalismi o consigli che non portano solo al profitto immediato"

E ancora: "L’apporto di Giancarlo Antognoni alla Fiorentina non poteva essere monetizzato (a parte qualche cena come premio vinto ai punti). Perché l’esperienza non ha un prezzo e perché la capacità di vivere le logiche di uno spogliatoio non si comprano. L’era Commisso era iniziata con un bagno di folla, è continuata con la ricerca del consenso e poi col tentativo di creare un rapporto diretto con i tifosi bypassando tutto e tutti. Una specie di fortino, dentro o fuori, con me o contro di me"


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