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Tutti hanno sotto gli occhi quello che di buono Gian Piero Gasperini è stato in grado di fare quando era allenatore del Genoa e quello che ha fatto di eccezionale da quando è alla guida dell'Atalanta. Le sue capacità in campo non si possono discutere e ci sono dei dati che parlano chiaro e sono assolutamente incontrovertibili.

C'è poi un altro Gasperini, quello del dopopartita, quello che si presenta davanti ai microfoni, quello che perde la tramontana. Quando viene a Firenze poi è come se vedesse rosso e perdesse ogni tipo di freno inibitorio. E soprattutto gli capita pure di perdere, un fatto questo che non riesce, evidentemente, ad accettare serenamente.

Ecco quando esce dal Franchi sconfitto, possiamo dirlo, Gasperini dà il peggio di se stesso e comincia a prendersela con tutto e tutti, forse proprio per svicolare dal fatto più importante, ovvero dal risultato della gara. Gli era accaduto il 30 settembre 2018, quando cominciò ad accusare Chiesa di essere un simulatore, un cascatore, uno che in sostanza bara, traendo in inganno l'arbitro coi suoi "tuffi". Il 15 gennaio 2020, Gasp ha fatto il bis ed è andato oltre. Sì, non è bello sentirsi offesi e non è bello sentire uno stadio che apostrofa in malo modo una persona a te cara e che non c'è più. Ma perché si è arrivati a questo? Qualcuno potrebbe farsi un esamino di coscienza ogni tanto? E ancora, chi è nel calcio da una vita vuol far finta che questo sia un mondo di educande e di orsoline? Oppure sa benissimo che cose del genere accadono su tutti i campi, ogni santissima e maledetta, allo stesso tempo, partita?

Anche il signor Marcello Lippi, ogni volta che veniva a Firenze, veniva apostrofato nei peggiori modi possibili, e i poveri genitori del tecnico viareggino idem. Consigliamo a Gasperini di andare a risentirsi cosa disse a suo tempo proprio Lippi rispondendo alla stessa domanda che gli è stata fatta dopo Fiorentina-Atalanta. E allora capirebbe che un po' di sana ironia è molto più producente ed efficace in determinate circostanze. Impari a perdere, quando gli succederà, e vedrà che vivrà meglio.


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