Un contratto inarrivabile ma la voglia di tornare a fare sul serio. Insigne chiama l’Italia, la Fiorentina potrebbe rispondere?
Sette milioni e mezzo di euro. È questo il valore del contratto faraonico che aveva spinto Lorenzo Insigne a lasciare la sua Napoli qualche tempo fa. Ma la Major League Soccer e Toronto sembrano non aver appassionato il figlio del Vesuvio, che adesso sta cercando di tornare nel Bel Paese. La Lazio di Sarri, suo ex tecnico in Campania, è una candidata forte, ma, vista la situazione esterni in casa Fiorentina, Insigne potrebbe costituire una pazza suggestione?
Scappare dall'America ha un prezzo
Partiamo dal presupposto che lasciare il Canada prima dei due anni (è arrivato nell’estate del 2022) non sarà facile per l’ex Azzurro. Ci sono vincoli fiscali che gli andrebbero a pesare non poco su quello che ha guadagnato negli ultimi mesi... ma la possibilità di tornare in una lega competitiva sarà più forte?
Ciò che serve alla Fiorentina
A 32 anni, Insigne potrebbe ancora dire la sua in Serie A e sicuramente a Firenze avrebbe meno pressioni rispetto alla Champions League di Lotito. Alla Fiorentina manca come il pane un altro esterno che possa andare in rete come Gonzalez e l’ex Napoli è stato uno dei migliori interpreti del ruolo. È scappato in Canada per l’aumento che De Laurentiis non gli aveva concesso, ma evidentemente la dimensione americana non fa al caso di uno scugnizzo. A Italiano, però, che Insigne sia napoletano o francese poco importa, al suo 4-3-3 (o 4-2-3-1) manca un attaccante che possa aiutare Beltran e Nzola a fare gol.
Fantacalcio?
Probabilmente è fantacalcio, ma il colpo Insigne, per il club di Commisso, sarebbe uno di quelli che lasciano a bocca aperta tutti. E non solo i suoi tifosi. Potrebbe apparire come il segnale che la società ci vuol davvero provare a migliorare i risultati della scorsa stagione, anche se i trent’anni passati dovrebbero impedirne l’arrivo. Tale e quale a quello di Berardi.
Insigne non sarebbe un Ribery-bis
Insigne sarebbe infatti un investimento a perdere per la proprietà americana, che preferisce puntare sui giovani per valorizzarli e poi rivenderli a caro prezzo. Ma in questo caso, a differenza di Ribery, si tratterebbe di un non-proprio-campione (solo due Coppa Italia e una Supercoppa) che non scenderebbe a Firenze per la bistecca e per ritirarsi, ma piuttosto per rimediare all’errore di aver preferito i money al pallone. E con un centro sportivo a stelle e strisce come il Viola Park, anche calciatori del suo calibro potrebbero essere nuovamente attratti dal fascino del giglio.