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C'è tanto intorno alla carriera di Moise Kean, già molto lunga nonostante i ‘soli’ 24 anni. Ora la tappa a Firenze, che stando a quanto racconta il talento viola, potrebbe essere quella cruciale per la sua carriera. Così a Sport Week:

"Crescendo ho studiato bene il mio ruolo, cosa che prima non facevo. Prima effettivamente cercavo più la giocata, mi piaceva prendere in giro l’avversario. Lo faccio ancora adesso eh, però ho capito che devo anche correre, pressare, scattare, aiutare la squadra. Se voglio essere leader e avere una squadra che mi segue, in campo devo farmi il mazzo.

Palladino? Io e il mister ci intendiamo bene. Mi ha aiutato molto, in campo e fuori. Lui è ancora giovane, è stato attaccante, ha ben chiaro cosa chiedermi – innanzitutto di andare in profondità – e cosa gli posso dare. Ha tanta ambizione e ama le sfide. E poi siamo una squadra giovane e piena di talento, faremo bene.

Firenze meravigliosa? Infatti abito in centro. La gente è passionale, tiene molto alla maglia.

Cosa non ha funzionato alla Juve? Sapevo che avrei potuto dare di più. L’ultimo anno poi è stato di sfiga, con l’infortunio che mi ha tolto lucidità. Al momento sai che è difficile, poi però sei grato a quella difficoltà perché ti insegnano a gestirle in maniera differente, se dovessero ricapitare. Ora sono a Firenze, sto bene, tutti mi vogliono bene e io voglio bene a tutti.

Il Psg con Mbappè? Bello. E’ stato il mio anno migliore a livello realizzativo, poi c’è chi dice ‘eh ma grazie, avevi vicino Mbappé, Neymar… Li avrei fatti pure io’ (ride ndr). Io so solo che ho imparato tanto. Ricordo quella volta prima di una partita casalinga: mi ero colorato i capelli di blu, Mbappé mi viene vicino e mi fa: ‘Me li coloro pure io di blu, tu segno, io segno, e poi esultiamo toccandoci la testa, così facciamo la fusione dei colori’. Era un momento in cui Kylian non segnava neanche con le mani, eppure andò proprio come aveva predetto. E dopo il suo gol mise la testa accanto alla mia.

Firenze il mio posto nel mondo? E’ ancora presto ma adesso torno a casa col sorriso. Era una cosa che mi mancava da un po’".

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