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Stadio nuovo si, stadio nuovo no, stadio nuovo forse… Comincia nel lontanissimo 2007 l’infinita e contraddittoria storia del nuovo stadio della Fiorentina, o meglio, dell’idea del nuovo stadio della Fiorentina. Guardandosi intorno dopo ben 13 anni infatti, una nuova casa per la squadra viola ancora non c’è. Era proprio il 2007, quando l’allora Presidente della Provincia di Firenze Matteo Renzi pronunciandosi sulla questione Centro Sportivo disse: “I tempi sono maturi per pensare anche a un nuovo stadio per Firenze”.

Un anno dopo Diego Della Valle presentava davanti al Sindaco di Firenze Domenici il (primo) nuovo progetto per lo stadio della Fiorentina accogliendolo con queste parole: “Per essere grandi e raggiungere grandi traguardi con la Fiorentina ci vogliono idee così”. Non era ancora chiara la zona dove sarebbe dovuta sorgere la nuova struttura, ma l’indiziata principale era la zona Castello a Firenze Nord. Non passano due mesi che quell’idea sfuma del tutto, con la Procura che mette sotto sequestro tutta l’area. La Fiorentina capisce che avrebbe dovuto pensare a un’altra zona per costruire. Ancora scottati dalla vicenda Castello i Della Valle ricevettero la proposta dal Sindaco di Sesto Gianni Gianassi che aveva presentato un piano di fattibilità per la cittadella viola (con stadio annesso) da costruire in località Osmannoro Sud. Ne Andrea ne Diego erano però favorevoli a questa opzione, che fu presto scartata.

Nel 2010 la prima stoccata al mondo della politica da parte della società viola, con Diego Della Valle che disse: “Sento parlare Renzi (che era il Sindaco di Firenze n.d.r.) di un nuovo stadio da costruire. Ma non mi pare che lui abbia una squadra di calcio. Il nuovo stadio, semmai, lo facciamo noi e dove vogliamo noi”. Due anni dopo nel 2012 si cominciava a parlare dell’area Mercafir, con Renzi che presentava una variante urbanistica che prevedeva anche lo spostamento del mercato ortofrutticolo. Rimanevano però le perplessità della Fiorentina sulla ristretta area nella quale sarebbe sorto lo stadio.

Nel 2014 il Sindaco era Nardella e la volontà della Fiorentina era chiara: per il nuovo stadio serviva tutta la Mercafir. Il primo cittadino di Firenze si rendeva disponibile a cercare soluzioni per lo spostamento del mercato. Ad inizio del 2015 arrivava lo strattone della Fiorentina: dopo la richiesta del Comune alla società viola di farsi carico dei costi del trasloco e della nuova area della Mercafir, c’era il sì dei Della Valle alla proposta, con la promessa di presentare un progetto nel giro di un anno.

In realtà di anni ne passavano quasi due, con la Fiorentina che consegnava il progetto nel gennaio 2017, con conseguente spostamento del mercato a Castello (area ormai libera dai vincoli giudiziari). Ma i problemi sorgevano con il proprietario dell’area Unipol, che ricorreva al TAR contro la proposta di variante urbanistica proposta dal Comune di Firenze. Intanto cominciavano anche i problemi interni alla società viola, con i risultati che non arrivano e la sempre più forte pressione dei tifosi viola che chiedevano la cessione della società da parte dei Della Valle.

A fine 2018 il Comune approvava il piano urbanistico per l’area di Castello, ma il progetto definitivo della Fiorentina non continuava a non arrivare e purtroppo mai arriverà. Nell’estate del 2019 la Fiorentina passava in mano all’imprenditore americano Rocco Commisso che fu subito chiaro sulla situazione stadio: “Il Franchi non è adatto a una squadra di Serie A, alla Fiorentina serve un nuovo stadio”. Quello che poi è successo lo sappiamo tutti ed è storia contemporanea. La Fiorentina rifiuta di partecipare al bando per l’acquisto dell’Area Mercafir, annullando anni e anni di proposte, progetti e promesse mancate.

E così sono passati ben 13 lunghi anni. I tifosi della Fiorentina sono ancora in attesa di novità, ma le speranze di vedere una nuova casa per la squadra viola in tempi brevi si fanno sempre più flebili. Per ora la stupida burocrazia italiana ha sconfitto anche l’uomo d’oltreoceano… La storia non sembra però volersi concludere qui, con la speranza di tutti di vedere al più presto scritta la parola “FINE”.


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