Il mental coach a FN: "Gonzalez accetti la propria frustrazione e la faccia fluire senza bloccare le proprie emozioni. Fiorentina in Europa? Si può, a patto che..."
Queste settimane che ci separano dal rientro in campionato potranno essere decisive per il futuro della Fiorentina e per uno dei suoi giocatori più forti in rosa, ovvero Nico Gonzalez.
Il calciatore argentino è reduce da un infortunio che lo ha allontanato dal Qatar, ed è quindi comprensibile il suo stato d’animo attuale. Non partecipare a un mondiale per un giovane dalle grandissime doti tecniche come Nico viene sicuramente percepito, almeno inizialmente a livello emotivo, come un vero e proprio gap. Ciononostante, questa potrebbe essere una grandissima occasione per l’argentino.
Il calciatore argentino è reduce da un infortunio che lo ha allontanato dal Qatar, ed è quindi comprensibile il suo stato d’animo attuale. Non partecipare a un mondiale per un giovane dalle grandissime doti tecniche come Nico viene sicuramente percepito, almeno inizialmente a livello emotivo, come un vero e proprio gap. Ciononostante, questa potrebbe essere una grandissima occasione per l’argentino.
Quando avvengono situazioni negative verso le quali non si ha alcun controllo (un esempio può essere proprio un infortunio), e quando tutto ciò avviene alle porte di un evento chiave per la propria carriera, tutte le capacità sul campo vengono messe in stand by e tutta la “forza del giocatore” confluisce al cento per cento nella sfera emotiva. Tutto, ma proprio tutto, si concentra nella sfera emotiva. In queste situazioni, quindi, si ha un “sovraccarico emotivo” anche per il naturale senso di impotenza che si viene a creare, specialmente durante la prima fase a seguito dell’infortunio. Perché il Mondiale, i compagni di nazionale, lo giocheranno.
Il primo passo è l’accettare la propria frustrazione e farla fluire senza quindi bloccare le proprie emozioni (e, come diceva il luminare nel nostro campo, il Dottor Dean Hebert, “senza però affogarci dentro”). Una soluzione subito utilizzabile per l’argentino è quella di focalizzarsi nel migliorare altri aspetti personali che possono influire nel rendimento: tutti noi abbiamo aree di miglioramento.
Questo momento, per Nico Gonzalez, può essere l’occasione per “entrare nella palestra mentale”. Il paradosso è che l’argentino è oggi uno dei pochi big a non partecipare al mondiale per questioni “dell’ultim’ora”, quindi a non essere mentalmente (e fisicamente) impegnato in una competizione extra campionato. Il momento presente è l’unico modo per determinare un futuro migliore, mentre il passato ormai è immodificabile. L’occasione (duplice) in maglia viola è ghiotta: un campionato in cui si è chiamati a rimontare la classifica e una squadra che ha saputo ritrovare la quadra sono gli ingredienti migliori per riversare il mancato Mondiale in Serie A e magari in Conference.
I numeri di Nico in questa stagione parlano chiaro: Titolare nel 13% del tempo-gara totale, ha totalizzato sino ad oggi 6 presenze generali e un gol. Lo scorso anno ha totalizzato una media voto di 6.37, dunque è lecito aspettarsi un rilancio da parte del giocatore, con l’infortunio che può quindi diventare la miccia per il ritorno dell’argentino. Questi numeri sul campo, date le caratteristiche del giocatore, possono essere tranquillamente quadruplicati: Gonzalez possiede ogni risorsa tecnica per farlo. Ma adesso, come dicevamo poc’anzi, laddove il campo viene meno per circostanze fuori dal controllo, tutto si sposta nella sfera emotiva. Ed è lì che bisogna fare gol. Dev’essere Nico il primo a crederci con ardore.
Vale la pena approfondire il modello “Stress- infortunio” di Andersen e Williams: si sostiene infatti che l’atleta che viva una fase di maggior stress avrà come conseguenza un aumento della tensione muscolare, oltre ad un livello di distrazione più elevato e in alcuni casi si ha anche una riduzione del campo visivo. Si può dedurre che questo stress generale sia derivato dalla scarsità di risultati in campionato fino a qualche settimana fa. Questo ci fa comprendere come una squadra che non ottiene risultati può essere a maggior rischio infortuni.
I numeri di Nico in questa stagione parlano chiaro: Titolare nel 13% del tempo-gara totale, ha totalizzato sino ad oggi 6 presenze generali e un gol. Lo scorso anno ha totalizzato una media voto di 6.37, dunque è lecito aspettarsi un rilancio da parte del giocatore, con l’infortunio che può quindi diventare la miccia per il ritorno dell’argentino. Questi numeri sul campo, date le caratteristiche del giocatore, possono essere tranquillamente quadruplicati: Gonzalez possiede ogni risorsa tecnica per farlo. Ma adesso, come dicevamo poc’anzi, laddove il campo viene meno per circostanze fuori dal controllo, tutto si sposta nella sfera emotiva. Ed è lì che bisogna fare gol. Dev’essere Nico il primo a crederci con ardore.
Vale la pena approfondire il modello “Stress- infortunio” di Andersen e Williams: si sostiene infatti che l’atleta che viva una fase di maggior stress avrà come conseguenza un aumento della tensione muscolare, oltre ad un livello di distrazione più elevato e in alcuni casi si ha anche una riduzione del campo visivo. Si può dedurre che questo stress generale sia derivato dalla scarsità di risultati in campionato fino a qualche settimana fa. Questo ci fa comprendere come una squadra che non ottiene risultati può essere a maggior rischio infortuni.
Capitolo Fiorentina. Europa, si può? La risposta è sì, a patto che i giocatori lavorino (specialmente in queste settimane) sulla sfera della gestione emotiva, specialmente a gol subito. I miglioramenti sotto questo punto di vista sono evidenti, specialmente nelle ultime settimane, e la pausa Qatar potrebbe essere anche in questo caso l’occasione giusta per “prendere la rincorsa”. Certamente la squadra fa bene ad avere chiaro in testa l’obiettivo: quando il team è allineato e tutti remano dalla stessa parte i risultati non tardano certo ad arrivare.
La Fiorentina fa bene ad avere in testa l’obiettivo Europa anche se la posizione in classifica attuale non è ancora delle migliori. Anche qui passa tutto dalla sfera emotiva: molti dei gol subiti dalla squadra da inizio campionato non provengono da cali fisici bensì da cali mentali, e quindi questo pit-stop mondiale potrà davvero favorire la squadra viola per rimettersi in corsa.
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