Delio Rossi a FN: “Sirigu non è venuto alla Fiorentina per svernare. Non so perché sia andato via Torreira, era una garanzia. Italiano? Invece di cercare il colpevole, si trovi una soluzione”
Nell’intervista a Fiorentinanews.com, l’allenatore ex Fiorentina Delio Rossi ha analizzato nel dettaglio la rosa viola, sottolineando anche il lavoro del tecnico Vincenzo Italiano e l’importanza dell’acquisto di Salvatore Sirigu.
Manca pochissimo al gong del calciomercato e la Fiorentina ha ufficializzato due acquisti. Ritiene che la rosa viola sia a posto così o che la società possa (o debba) intervenire altrove?
“Ho la sensazione che manchino giocatori con certe caratteristiche: attaccanti che riescano a legare tra i reparti, esterni capaci di svolgere entrambe le fasi o con 50-60 metri nelle gambe. Questo problema c’è anche a centrocampo, tolto il lavoro fatto su Amrabat: manca un collante. Non so perché sia andato via, ma Torreira era una garanzia da questo punto di vista. Mi ha ricordato il Lucas Leiva visto alla Lazio. Centravanti? Non vedo in nessuno dei due l’uomo giusto per l’attacco di Italiano. Mi sembrano più seconde punte…”.
Come valuta l’operato di Italiano alla Fiorentina?
“Ripeto, con tecnici così schematizzati o ci credi o non ci credi, non puoi crederci a metà. Quando si incappa in un momento negativo, molte volte è facile imputare l’allenatore come primo responsabile. Quando le cose non vanno bene non si cerca il rimedio, bensì la colpa, una cosa sbagliata ma molto più facile; io mi chiederei prima di tutto cosa fare per uscire da questa situazione. Invece di trovare un colpevole, specialmente in un ambiente dove la polemica piace, la priorità deve essere trovare una soluzione. Se si crede nel progetto, si va avanti insieme al di là di uno o due risultati negativi; in caso contrario, si deve cambiare progetto. Non ci sono altre storie”.
Lei conosce benissimo Salvatore Sirigu, fin dai tempi del Palermo. Pensa che il portiere possa giocarsi un posto da titolare qui a Firenze?
“Io l’ho conosciuto all’inizio della sua carriera e, pur se molto molto giovane, era il mio capitano. Ha sempre dimostrato personalità e il carattere è quello. Sicuramente non è venuto a Firenze per svernare, bensì per dare una grande mano. Si giocherà il posto, ma soprattutto farà da chioccia all’interno dello spogliatoio, è una figura molto importante e rara nel mondo del calcio. Il suo acquisto non è soltanto tecnico, ma anche comportamentale”.
Manca pochissimo al gong del calciomercato e la Fiorentina ha ufficializzato due acquisti. Ritiene che la rosa viola sia a posto così o che la società possa (o debba) intervenire altrove?
“Ho la sensazione che manchino giocatori con certe caratteristiche: attaccanti che riescano a legare tra i reparti, esterni capaci di svolgere entrambe le fasi o con 50-60 metri nelle gambe. Questo problema c’è anche a centrocampo, tolto il lavoro fatto su Amrabat: manca un collante. Non so perché sia andato via, ma Torreira era una garanzia da questo punto di vista. Mi ha ricordato il Lucas Leiva visto alla Lazio. Centravanti? Non vedo in nessuno dei due l’uomo giusto per l’attacco di Italiano. Mi sembrano più seconde punte…”.
Come valuta l’operato di Italiano alla Fiorentina?
“Ripeto, con tecnici così schematizzati o ci credi o non ci credi, non puoi crederci a metà. Quando si incappa in un momento negativo, molte volte è facile imputare l’allenatore come primo responsabile. Quando le cose non vanno bene non si cerca il rimedio, bensì la colpa, una cosa sbagliata ma molto più facile; io mi chiederei prima di tutto cosa fare per uscire da questa situazione. Invece di trovare un colpevole, specialmente in un ambiente dove la polemica piace, la priorità deve essere trovare una soluzione. Se si crede nel progetto, si va avanti insieme al di là di uno o due risultati negativi; in caso contrario, si deve cambiare progetto. Non ci sono altre storie”.
Lei conosce benissimo Salvatore Sirigu, fin dai tempi del Palermo. Pensa che il portiere possa giocarsi un posto da titolare qui a Firenze?
“Io l’ho conosciuto all’inizio della sua carriera e, pur se molto molto giovane, era il mio capitano. Ha sempre dimostrato personalità e il carattere è quello. Sicuramente non è venuto a Firenze per svernare, bensì per dare una grande mano. Si giocherà il posto, ma soprattutto farà da chioccia all’interno dello spogliatoio, è una figura molto importante e rara nel mondo del calcio. Il suo acquisto non è soltanto tecnico, ma anche comportamentale”.
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