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La Conference League è la coppetta del nonno. La Conference toglie energie. La Conference è la coppa degli sfigati. Sono solo alcune delle 'geniali' considerazioni che si leggono a giro su sponde non solo gigliate in relazione alla terza competizione internazionale per club. Non sarà la Coppa delle Coppe, che accoglieva le vincitrici delle coppe nazionali e dunque spesso e volentieri squadre che oggi giocherebbero la Champions (c'erano meno slot a quel tempo), ma resta un torneo che poi si fa prestigioso e che tutto sommato, proprio per il suo minor livello, concede a squadre anche senza tradizione europea di arrivare molto avanti.

Provate a dirlo ai tifosi di Roma e Feyenoord che si giocheranno la coppa mercoledì, se rappresenti più una scocciatura o altro. Poi certo, ogni volta che la Roma perde dopo aver giocato di giovedì Mourinho si lamenta ma questo non fa più notizia. Resta il plus che partite internazionali ti danno a livello di prestigio e appeal (e anche a livello economico). Per questo, a maggior ragione a Firenze, dopo 5 anni di deserto cosmico e di periferia calcistica, non si può certo fare gli schizzinosi se dovesse arrivare la qualificazione in Conference League. Anzi, per questo la Fiorentina deve giocarsi il tutto per tutto perché sul piatto c'è anche molto futuro, diverso in caso di Europa o meno.


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