Giuseppe Rossi in primo piano. Foto: Luca Fanfani/Fiorentinanews.com
Giuseppe Rossi in primo piano. Foto: Luca Fanfani/Fiorentinanews.com

Su YouTube l'ex attaccante della Fiorentina Giuseppe Rossi ha rivelato alcuni dettagli della trattativa che l'ha portato a Firenze: “Il Villareal era appena retrocesso e aveva bisogno di vendere. Si fece avanti la Fiorentina, mi ricordo che Pradè venne a New York per parlare direttamente con me. C'erano un altro paio di squadre interessate, ma sentii che i viola erano davvero interessati a me e questo mi convinse ad accettare la loro proposta. Mi avrebbero dato il tempo per guarire e per tornare a mostrare le mie qualità. Tornai in campo contro il Pescara e mi ricordo che fu una liberazione. Montella si è fidato di me dal primo giorno, aveva capito la mia voglia di tornare ad alti livelli e di dimostrare a chi non credeva più in me che si sbagliava. Alla prima di campionato contro il Catania segnai, e pian piano guadagnai la stima dell'ambiente”.

Poi il nuovo infortunio e la delusione della mancata convocazione ai Mondiali del 2014: "La stagione stava andando benissimo, a Natale eravamo secondi e io guidavo la classifica marcatori. Ero tornato, avevo avuto dei contatti con due importanti squadre, una inglese e una italiana. Poi però arrivò il 6 gennaio, partita contro il Livorno. Al minuto 65 subii un fallo da dietro e sentii di nuovo il rumore del ginocchio, che ormai conoscevo benissimo. Cominciai a piangere come non avevo mai fatto, sapevo che era successo qualcosa di grave e che ci sarebbe voluto tanto tempo per tornare. Ero nel momento migliore della mia carriera e in estate ci sarebbe stata la Coppa del Mondo. Le opzioni erano due: operarmi e tornare al top la stagione successiva, ma saltare sicuramente i Mondiali, oppure optare per una terapia conservativa e provare a rientrare in tempo pur non al cento per cento. Scelsi la seconda perché non volevo perdermi un’altra competizione con l’Italia. Ad aprile tornai, ero al top ma comunque mi sentivo bene e in grado di giocare a un certo livello. Una settimana prima del ritiro parlai con il ct Cesare Prandelli, con cui avevo sempre avuto un ottimo rapporto; mi disse che non sapeva cosa fare, gli risposi di darmi il tempo di dimostrargli che ero pronto. Dunque inizialmente fui convocato e feci un sacco di test a cui risposi sempre bene, un compagno mi disse che Prandelli era felice di me e quindi ero sicuro che sarei partito per il Brasile ed ero felicissimo. Arrivati al giorno delle convocazioni, però, mi dissero che io non facevo parte della squadra. Non potevo crederci, non potevo credere che fosse successo di nuovo. Avevo fatto tutto il possibile, mi sentivo tradito da Prandelli. Quando venne a parlarmi stavo piangendo come una fontana fuori dallo spogliatoio, tutti i miei compagni erano sotto shock e provavano a supportarmi. Presi tutte le mie cose e salii sul primo volo per l’America, per tornare da mia moglie e provare a dimenticare tutto quello che era appena accaduto”. 

TRADUZIONE DI FIORENTINANEWS.COM

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