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L'ultimo nome per la porta della Fiorentina è quello di Oliver Christensen, profilo internazionale da affiancare alla pista italiana che invece conduce ad Emil Audero. In comune la retrocessione con i rispettivi club, il primo con l'Herta Berlino e il secondo con la Sampdoria, e poco altro.

Se in quanto a età (solo due anni di differenza) e struttura fisica i due si somigliano, diverso è invece il discorso dal punto di vista tecnico. Audero, scuola Juventus, ha un bagaglio puramente italiano in cui eccellono gesti come l'attacco palla e il levagamba. In generale, il suo è un modo di parare più improntato alla tecnica e alla coordinazione che gli ha permesso nel corso della sua carriera di compiere interventi anche molto complicati.

Christensen, invece, segue la scuola danese che se vogliamo è molto simile a quella tedesca. Ecco quindi uscite in spaccata, frequente uso dei piedi per parare e una generale tendenza ad affidarsi più che altro ai riflessi. Come si nota dal video qui sotto, che risale a quando vestiva la maglia dell'Odense, gli interventi del portiere dell'Herta Berlino sono spesso più efficaci che eleganti.

Da capire quali saranno le esigenze di Italiano, onde evitare di comprare un portiere per poi ritrovarsi nuovamente costretti a schierare Terracciano come accaduto con Gollini. Certamente la familiarità di Audero con il campionato italiano aiuterebbe, sebbene un profilo internazionale come quello di Christensen potrebbe intrigare. Anche se, questo è giusto dirlo, il portiere danese non porterebbe quell'esperienza europea che avrebbe garantito Livakovic


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